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DURC, semplificazione radicale

Con la conversione in legge del decreto anticrisi e la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il macigno del DURC appare oggi molto meno pesante per il mondo delle imprese.

Il Documento Unico di Regolarità  Contributiva, che l’impresa era tenuta fino a ieri a richiedere agli enti previdenziali perchè attestassero, appunto, la regolarità  nel versamento dei contributi da parte dell’imprenditore, èun adempimento indispensabile in una pluralità  di situazioni, per esempio al momento dell’incasso di ogni S.A.L. (Stato Avanzamento Lavori) nell’ambito dell’edilizia.


Questo imponeva all’impresa di impegnarsi nella compilazione e nell’invio della richiesta agli enti interessati, dando il via ad una procedura della durata media oscillante fra i venti e i trenta giorni.
Ma con l’entrata in vigore della legge di conversione, il discorso cambia notevolmente. Il DURC rimane un adempimento indispensabile, ma ora èlo stesso ente pubblico (la cosiddetta “stazione appaltante”) a doverlo richiedere, liberando l’impresa dal gravoso onere.

In verità , già  in precedenza la stazione appaltante aveva questo potere, ma esercitato per lo pi๠a livello facoltativo. Si calcola che dei quasi due milioni di istanze di DURC presentate nel 2008, circa 366mila (il 18,74%) provenivano dalla stazione appaltante: ora tale percentuale dovrebbe salire parecchio, visto che la competenza rimarrà  alle aziende solo negli ambiti dei lavori edili privati e delle abilitazioni SOA.


La semplificazione, salutata con grande favore dalle associazioni imprenditoriali, dovrebbe anche porre rimedio ad un altro problema: la preoccupante moltiplicazione dei falsi DURC, che negli ultimi tempi si stavano diffondendo a macchia d’olio ad opera delle aziende meno virtuose nel tentativo di celare le proprie irregolarità  contributive.