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Italia in un periodo di deflazione come nel 1959 – rincari

Se èvero che – come spiega la CGIA di Mestre – siamo in un periodo di deflazione simile a quello che l’Italia ha attraversato nel 1959, èaltrettanto vero che siamo anche in un momento di crisi economica. Oltre ai prezzi diminuiti per i prodotti alimentari, si assiste anche ad un flusso di rincari.

“Inoltre – sottolinea il segretario della CGIA Renato Mason – non èda escludere che quest’estate, nonostante la domanda stagnante, si registrino alcuni aumenti dei prodotti ortofrutticoli che risentono anche della frammentazione del sistema distributivo e, spesso, della speculazione praticata dagli intermediari commerciali. Una cattiva abitudine che colpisce con elevata frequenza soprattutto i consumatori italiani”.

Tra i prodotti che hanno subito i maggiori rincari, secondo l’analisi della CGIA di Mestre c’èuna lista di servizi postali (+9,8 per cento), palmari/tablet (8,2 per cento) che godono di una domanda in continua crescita. In crescita anche i prezzi dei alcuni prodotti alimentari non interessati naturalmente dal deprezzamento: vale a dire patate +8,2 per cento, olio d’oliva +5,3 per cento, mele +3,2 per cento e pere +3,1 per cento (vedi Tab. 2). Scrive ancora la CGIA di Mestre

olio di oliva

Scorrendo la classifica dei primi 50 aumenti vi sono altri aspetti negativi per le famiglie alle prese con il pagamento delle bollette: fornitura d’acqua (+4,5 per cento) e fognatura (+4,2 per cento) rappresentano rincari che azzerano o quasi i vantaggi derivanti dalla riduzione dei prezzi del gas (-7,6 per cento) e, in parte, dell’energia elettrica (-0,2 per cento) avvenuti nel primo semestre del 2016. Tra l’altro, nel terzo trimestre del 2016 le tariffe di luce e gas potrebbero tornare ad aumentare (per il momento il TAR della Lombardia ha “congelato” gli aumenti ma per la decisione finale bisognerà  aspettare il mese di settembre).