Home » Gli effetti economici dell’abolizione di Shengen

Gli effetti economici dell’abolizione di Shengen

Uno studio della CGIA di Mestre ha evidenziato quali sono gli effetti economici dell’abolizione dello spazio di Shengen sull’economia tricolore. Ecco la premessa dello studio e gli elementi pi๠interessanti, tra cui l’indicazione del settore che sarebbe maggiormente penalizzato. 

Nell’ipotesi che i Paesi dell’Ue decidessero di ripristinare i controlli ai confini per contrastare la pressione migratoria dei profughi provenienti dal sudest dell’Europa, per l’economia italiana si potrebbe verificare una ricaduta economica negativa fino a 10,3 miliardi di euro all’anno.

A picture taken on May 21, 2012 in the F

Il settore maggiormente colpito, ovviamente, sarebbe l’autotrasporto perchè i Tir vedrebbero allungarsi notevolmente i tempi di ingresso/uscita alle frontiere, con l’aumento consequenziale del prezzo delle merci importate/esportate.

A dirlo èuno studio redatto dall’associazione degli autotrasportatori belgi che ribadisce come ogni ora di lavoro costi mediamente 60 euro. Con un ritardo di solo 2 ore èstato stimato un aumento dei noli del 10% che ricadrà , nel medio e lungo periodo, sui costi e quindi sui prezzi dei prodotti e di conseguenza sul consumatore finale.

Spiega ancora l’introduzione dello studio della CGIA di Mestre:

In Europa il 75% del commercio intraeuropeo avviene su gomma e, secondo i dati di Alpinfo (anno 2013-ultimi disponibili), 3 sono 89 i milioni di tonnellate di merci che annualmente transitano su Tir lungo i principali valichi dell’arco alpino.

Nel dettaglio gli importi sono:

Monte Bianco….….8,3
Gottardo…………….9,3
Frejus………………..10,0
Tarvisio……………..15,2
Ventimiglia………..17,3
Brennero…………..29,0
Fonte: Alpinfo-Ufficio federale trasporti svizzero

L’eventuale sospensione dell’area Schengen avrebbe delle ricadute molto negative sull’autotrasporto che, assieme all’edilizia, èstato uno dei settori pi๠colpiti dalla crisi.

Non èun caso che il numero di attività  di questo settore sia sceso di oltre 22 mila unità . Al 31 dicembre 2015 erano attive 86.590 imprese.