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Come trovare lavoro in Italia

Per trovare lavoro, secondo gli italiani, occorre avere le conoscenze giuste e possibilmente un titolo di studio in materie economiche.

Lo indica un sondaggio diffuso dal Ministero dello Sviluppo Economico. “Cosa serve oggi per trovare lavoro? L’89% degli italiani risponde: conoscere la persona giusta“, dice un comunicato del ministero, dando notizia del sondaggio realizzato dall’Swg.




Per quanto riguarda invece le competenze necessarie per assicurarsi il posto, il 94% indica “quelle socio-economiche” e “quelle professionali”, il 93% “quelle tecniche”, il 92% “quelle matematiche o scientifiche”, mentre i titoli di studio umanistici sono considerate importanti solo nel 75% delle risposte.

Il sondaggio Swg èstato realizzato intervistando persone tra i 15 e i 30 anni e tra i 30 e i 64 con figli che frequentano la scuola.(Reuters)

A conferma di quanto sopra, un’indagine effettuata da EU.RE.S.(Ricerche economiche e sociali) sui giovani e le raccomandazioni, rileva come tra i giovani prevalga la convinzione che la raccomandazione sia il modo pi๠rapido per ottenere risultati.

Ma perchè farsi raccomandare? La raccomandazione èuno strumento di garanzia per chi ne beneficia e per chi l’accetta: rappresenta un mezzo di mutuo scambio.

La raccomandazione èritenuta utile se non indispensabile per accedere nel settore pubblico
. Sono in maggioranza i giovani del Centro(54%) e del Sud(53,3%) in età  compresa fra i 25 ed i 29 anni a ritenere la raccomandazione indispensabile per ottenere un pubblico impiego.

Da chi farsi raccomandare? Per trovar lavoro il 29% si farebbe raccomandare da un familiare(soprattutto i giovani del Nord e del Centro) il 25% da un politico(preferito al Sud).

Tali dati mettono in evidenza una generazione che vorrebbe liberarsi di antichi e consumati modelli, ma che non sembra saper individuare i meccanismi necessari di modificazione della realtà .

Insomma, un “vorrei ma non posso”. Per non rimanere esclusi dalla divisione sociale delle opportunità , si accetta una pratica che non si condivide e di cui si identificano gli effetti negativi sul piano individuale e sociale. Colpisce una certa arrendevolezza rispetto ad un mercato del lavoro alterato dai “raccomandati”.

Il fenomeno èsicuramente ricollegabile alla scarsa cultura della legalità  insita in noi italiani. Tempo fa parlavamo della tendenza a “gonfiare” il curriculum pur di avvantaggiarsi nei confronti degli altri candidati.

Spintarelle, raccomandazioni, favori, piccole bugie sono tollerati e giustificati se non addirittura incentivati, da genitori arrivisti che spingono i propri figli a farne uso fin dalla giovane età  pur di raggiungere l’obiettivo preposto.