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In Italia il Quantitative Easing funziona? La spiegazione della CGIA

La CGIA di Mestre ha offerto il suo parere rispetto al Quantitative Easing spiegando che il suo funzionamento non ha dato risultati importanti fino a questo momento. 

Oltre le considerazioni generali, ecco quello che la CGIA di Mestre mette in luce rispetto alla situazione italiana.

Sebbene la Bce abbia acquistato pi๠di 176,2 miliardi di titoli di stato italiani (dati compresi tra il 9 marzo 2015 e il 30 settembre 2016), con riferimento agli ultimi 12 mesi, l’inflazione si èattestata al -0,1 per cento, mentre gli impieghi alle imprese (società  non finanziarie e famiglie produttrici) sono scesi del 2,9 per cento (pari a una contrazione di 26,4 miliardi di euro).

“L’acquisto di titoli del debito pubblico dei paesi dell’Euro – precisa il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – ha contribuito a garantire una certa stabilità  finanziaria ma èvidente come questa grossa iniezione di liquidità  non stia raggiungendo i risultati sperati tant’ che l’inflazione èferma, i prestiti alle imprese sono in costante calo e la crescita economica non trova lo slancio che servirebbe, creando preoccupazione negli operatori e riducendo la fiducia delle imprese. Una quota rilevante di questi 176 miliardi di euro sono finiti agli investitori istituzionali ovvero alle banche che, perà², hanno preferito trattenerseli, aumentando cosଠil livello di patrimonializzazione come richiesto dalla Bce, anzichè impiegarli nell’economia reale”.

I dati relativi agli impieghi totali alle imprese (società  non finanziarie e famiglie produttrici) indicano come, da luglio 2015 sullo stesso mese di quest’anno, le consistenze siano scese di 26,4 miliardi di euro (- 2,9 per cento) con contrazioni pi๠pesanti nelle Marche (-10,1 per cento), nel Lazio (-7 per cento), nel Veneto (-6,6 per cento) e nel Molise (- 6,3 per cento). In questo ultimo anno solo in Piemonte (+0,4 per cento) c’ stata una leggera inversione di tendenza rispetto al trend nazionale.