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Bilancio aziendale: utilizzo e versioni

Il bilancio aziendale è un documento fondamentale per riassumere le attività di ogni azienda nell’arco di un periodo temporale di 12 mesi.

Quest’ultimo è conosciuto come anno fiscale o di esercizio. Generalmente, viene fatto coincidere con l’anno solare, ovvero dal mese di gennaio a quello di dicembre.

Per compilare un bilancio aziendale si devono seguire alcune regole molto rigide, così come previsto dalla legge. Il suo obiettivo, infatti, è quello di assolvere a diverse funzioni, in cui la più importante è la realizzazione del calcolo delle imposte che l’azienda è tenuta a pagare.

Vediamo, quindi, a cosa serve e quali sono le versioni più comuni che ogni azienda ha a disposizione.

riunione lavoro
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A cosa serve il bilancio aziendale: scopriamolo insieme

Potremmo definire il bilancio aziendale come una sorta di “pagella di fine anno scolastico”. Infatti, questo documento racchiude al suo interno ogni dato che riguarda un’azienda, il modo in cui ha agito e in che condizioni finanziarie si trova alla scadenza dell’anno fiscale, ovvero al 31 dicembre.

Un bilancio aziendale, serve principalmente a raggiungere tre obiettivi, che sono:

  • misurare i risultati aziendali, con dati che vanno oltre il semplice utile e il fatturato;
  • valutare i competitor diretti, confrontando le proprie prestazioni con quelle delle aziende concorrenti;
  • comprendere cosa pensano le altre aziende. Gli stakeholder, infatti, utilizzano questo documento per valutare l’operato di un’impresa. Se si sono raggiunti risultati positivi o negativi si comprende proprio dal bilancio aziendale e i portatori di interesse prendono decisioni basandosi su tali informazioni.

Quali sono le 4 sezioni del bilancio?

Un bilancio aziendale è composto da 4 sezioni principali, ovvero:

  • stato Patrimoniale;
  • conto Economico;
  • nota Integrativa;
  • rendiconto Finanziario.

Lo stato patrimoniale ha l’obiettivo di dare un quadro chiaro della situazione patrimoniale di un’impresa. Può essere suddiviso in:

  • stato patrimoniale attivo, ovvero il modo in cui l’azienda ha investito il patrimonio;
  • stato patrimoniale passivo, che include le fonti di finanziamento, distinguendole fra mezzi interni e terzi.

Il conto economico, invece, serve a indicare quali sono stati i costi e i ricavi che si sono generati dall’attività aziendale in un certo lasso di tempo. È composto dalle seguenti parti:

  • costi di produzione;
  • valore della produzione;
  • oneri e proventi di tipo finanziario;
  • rettifiche di valore di attività e passività finanziarie.

La nota integrativa serve a fornire i dati aggiuntivi e complementari utili per rappresentare il quadro economico in modo realistico. Ad esempio, in questa sezione vengono riportati i criteri contabili che l’impresa decide di adottare, informazioni varie e motivazioni che hanno spinto l’azienda a prendere determinate scelte contabili.

Infine, il rendiconto finanziario, che va compilato solamente da quelle imprese che redigono il bilancio ordinario, consente di analizzare i flussi finanziari di un’azienda, così da poter avere un’idea chiara di quale sia il reale fabbisogno finanziari dell’esercizio attuale rispetto a quello passato.

Bilancio aziendale, versioni: quali sono quelle principali?

Il numero di termini accompagnati al bilancio aziendale sono tanti e sono l’effetto combinato di definizioni contabili, fiscali e gestionali.

Per chiarire ogni dubbio, di seguito analizzeremo le varie versioni del bilancio aziendale, che sono:

  • il bilancio civilistico, che si riferisce a quanto prevede il codice civile italiano per quanto concerne la forma, le regole di redazione e il contenuto. Questa versione, quindi, segue delle regole obbligatorie. Voci e descrizioni sono identiche per tutte le imprese. Tale formato è maggiormente richiesto dalle aziende che necessitano di pubblicare il loro bilancio, inserendolo all’interno del registro delle imprese della camera di commercio;
  • il bilancio ordinario, previsto all’interno di quello civilistico. Viene chiamato, nell’ambito del codice civile, come bilancio di esercizio, dato che è la forma più completa;
  • il bilancio abbreviato, caratterizzato da meno informazioni. Non include, infatti, il rendiconto finanziario e il numero di voci e descrizioni è nettamente inferiore;
  • il bilancio consolidato, che serve a dare una descrizione globale di un gruppo di aziende connesse tra loro da quote di partecipazione;
  • bilancio d’esercizio, considerata la forma temporale del bilancio aziendale. Serve a descrivere la situazione di un’impresa rapportata all’anno fiscale, che in gergo si chiama, per l’appunto, esercizio;
  • bilancio contabile, con il quale è possibile realizzare una sintesi delle scritture contabili in partita doppia. Si caratterizza per le informazioni codificate attraverso il piano dei conti, di cui ogni azienda può scegliere quale adottare. Il bilancio contabile di ogni impresa, quindi, può essere diverso;
  • il bilancio di verifica, che identifica il prospetto usato durante l’anno. All’interno si trovano i dati riferiti a una sola parte dell’anno. Proprio per questo motivo, viene definito provvisorio. Il bilancio di verifica, ha al suo interno termini che arrivano dal mondo bancario. Infatti, viene richiesto dalle banche che necessitano di dati contabili recenti;
  • il bilancio di chiusura, che si redige alla conclusione dell’anno e ha l’obiettivo di determinare sia il risultato di esercizio in conto economico che l’equilibrio tra fonti e impieghi in stato patrimoniale. Questo documento è il punto di partenza per la compilazione, da parte delle Società di Capitali, del bilancio civilistico, ecco perché va redatto con estrema attenzione;
  • il bilancio analitico, composto da un termine derivante dal linguaggio comune, che non ha richiami fiscali o giuridici. Viene usato per evidenziare i punti differenti rispetto al bilancio civilistico, che ha al suo interno informazioni sintetiche;
  • il bilancio previsionale, ovvero il significato tradotto in italiano di budget. Questo tipo di prospetto ha lo scopo di fare una stima del bilancio dell’esercizio successivo. Per essere considerato attendibile, questo documento deve essere redatto seguendo processi di analisi in cui viene coinvolto ogni reparto dell’azienda;
  • il bilancio consuntivo, di cui si parla quando in azienda esiste già un bilancio preventivo. Il confronto tra questi due documenti viene chiamato analisi degli scostamenti, e serve a determinare la differenza tra la stima e quello che veramente accade. I dati al suo interno sono oggettivi;
  • il bilancio riclassificato, documento che serve a rielaborare e riordinare le informazioni e i dati che sono inclusi all’interno del bilancio aziendale. Il suo utilizzo, quindi, è puramente di natura gestionale. I risultati che escono fuori da questo prospetto sono molto utili per i processi decisionali interni all’impresa. Non si può utilizzare per motivi di natura giuridica o fiscale.