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Nuovi limiti di età  pensioni di vecchiaia 2014

fornero

La riforma Fornero delle pensioni continua ad entrare gradualmente in vigore all’interno dell’ordinamento italiano, nonostante le ripetute espresse volontà  da parte di tutte le forze politiche di volerla modificare. La riforma delle pensioni varata nel dicembre 2011 come primo atto del Governo Monti genera infatti un forte risparmio nei conti pubblici, tanto che viene ritenuta come l’unica vera incisiva riforma strutturale varata dallo Stato negli ultimi anni.

Adesso entrano in vigore i nuovi requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia. Tali limiti saranno attivi a partire dal prossimo anno, ovvero dalla mezzanotte del 1 gennaio 2014. Tutto ciಠa causa dell’effetto degli aumenti dei requisiti anagrafici previsti dalla riforma pensioni dell’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero.

Risulta infatti che dal 1 gennaio 2014 saranno attivi tutti i nuovi requisiti per chiedere la pensione di vecchiaia. Questo tipo di pensione ha infatti provveduto a sostituire nell’ordinamento giuridico la pensione di anzianità  per mezzo proprio del decreto salva Italia, ossia il decreto legge n. 201/11 convertito in legge n. 214.

Per via dell’applicazione di questa legge adesso cambiano quindi i requisiti per la pensione di vecchiaia. Dal testo della legge infatti emerge che:

  • la pensione di vecchiaia maturerà  al raggiungimento di una certa soglia di età 
  • saranno sempre necessari 20 anni di anzianità  contributiva
  • le donne lavoratrici dipendenti del settore privato potranno accedere alla pensione di vecchiaia 2014 a 63 anni e 9 mesi
  • le donne lavoratrici autonome potranno accedere alla pensione di vecchiaia 2014 a 64 anni e 9 mesi invece
  • gli uomini e donne impiegati nel settore pubblico potranno accedere alla pensione di vecchiaia 2014 a 66 anni e 3 mesi invece

Tutti questi nuovi requisiti entreranno in vigore a partire dal prossimo 1 gennaio 2014.

Per quanto riguarda invece il tema della rivalutazione delle pensioni, il Governo ha stabilito che essa ammonterà  al 100% per i trattamenti fino a tre volte il minimo, ovvero per tutti gli assegni pensionistici che raggiungono i 1.486,29 euro lordi al mese.

Una rivalutazione del 90% spetterà  invece a tutte le pensioni di importo compreso fra 3 e 4 volte il minimo, cioèdi importo lordo compreso tra i 1.486,29 e i 1.981,72 euro.

Il 75% di rivalutazione sarà  invece attribuito a tutte le pensione di importo lordo compreso tra 4 e 5 volte il minimo, cioètra i 1.981,72 euro e i 2.477,15 euro.

Ultimo scaglione che vedrà  una rivalutazione del 50% sarà  quello delle pensioni comprese fra 5 e 6 volte il minimo, cioècon importo tra i 2.477,15 e i 2.972,58 euro lordi.

Foto | Lionel Bonaventure/AFP/Getty Images