Codici tributo contribuenti minimi

L’Agenzia delle Entrate attraverso apposita risoluzione ha istituito i codici tributo che dovranno utilizzare in sede di versamento dell’imposta sostitutiva Irpef coloro che avviano una nuova attività  lavorativa e, essendo in possesso dei requisiti previsti, si avvalgono del regime agevolato previsto per favorire l’imprenditoria giovanile e i lavoratori in mobilità .

Tale regime, ricordiamo, dura al massimo cinque anni, tuttavia ai giovani èconsentito di poterne usufruire fino ai 35 anni di età .

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Aumento partite IVA grazie al regime dei minimi

Aumento partite IVA grazie al regime dei minimi

Nonostante tutto, ovverosia il nuovissimo, restrittivo, regime dei minimi imposto dal Governo Monti a gennaio 2012, la crisi economica e finanziaria mondiale, europea ed italiana, le possibili difficoltà , introdotte grazie alla riforma del lavoro dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, che molti incontreranno a dimostrare la genuinità  del proprio lavoro piuttosto che della propria opera di consulenza, le partite IVA, in Italia, sarebbero in costante crescita e, a marzo 2012, sarebbero aumentate, rispetto al medesimo mese del 2011, addirittura del 7,4%.

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Contributo di rivalsa opzionale anche per i professionisti associati

Contributo di rivalsa opzionale anche per i professionisti associati

Moltissimi liberi professionisti, piuttosto che professionisti autonomi, italiani, specialmente nel caso in cui siano appartenenti ad un qualsiasi studio associato, avrebbero da sempre moltissime difficoltà  ad individuare il corretto ambito di applicazione della norma fiscale che giustificherebbe la possibilità  che il libero professionista possa farsi valere, nei confronti dei propri clienti, dei contributi che egli stesso dovrebbe annualmente depositare nel caso in cui appartenga alla cosiddetta Gestione Separata, e non abbia quale riferimento, dunque, una specifica cassa previdenziale, nelle casse dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

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Uscita dal regime dei minimi

L’uscita dal regime dei minimi puಠessere riconducibile a diverse cause. Anzitutto èpossibile che essa si verifichi per il venire meno di una delle condizioni di accesso oppure per il verificarsi di una delle cause di esclusione previste (limiti di ricavi e compensi, assenza di esportazioni o limite degli investimenti), per espressa decisione dei contribuenti che si avvalgono di tale regime oppure per superamento del periodo massimo di cinque anni, che tuttavia ricordiamo puಠessere derogato fino al periodo di imposta in cui il contribuente compirà  il trentacinquesimo anno di età .

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Ritenuta d’acconto contribuenti minimi

I soggetti che aderiscono al regime dei contribuenti minimi non sono tenuti a versare l’Irpef, l’Irap, l’Iva e le addizionali regionali, ma solo un’imposta sostitutiva del 20%, con possibilità  di dedurre dal reddito (che viene calcolato in base al cosiddetto principio di cassa, ossia èdato dalla differenza tra ricavi e spese) i contributi previdenziali versati.

L’applicazione di tale regime prevede quindi l’applicazione della ritenuta d’acconto dell’imposta sostitutiva e l’addebito in fattura del contributo integrativo del 2/4% per i professionisti iscritti alle casse di previdenza o del contributo previdenziale del 4% per i professionisti iscritti alla gestione separata Inps.

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Black list, arrivano le istruzioni

A pochi giorni dal 2 novembre, e cioèdalla prima scadenza per il nuovo adempimento fiscale introdotto dal legislatore (la comunicazione delle operazioni intercorse con clienti e fornitori residenti nei Paesi a fiscalità  privilegiata contenuti in apposite “black list”), ecco che finalmente l’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 53/2010 ha chiarito una pluralità  di dubbi espressi dagli operatori.

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Circolare 36/2010 sull’Intrastat

Le profonde variazioni normative introdotte a partire dal 2010 sulla disciplina degli scambi da e verso soggetti stabiliti in altri Stati comunitari continua a creare problemi e dubbi applicativi.
Su numerosi questioni sollevate dagli operatori in questi mesi ètornata ancora una volta l’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 36/2010, con la quale vengono fornite numerosissime risposte. Vediamone, dunque, alcune fra le pi๠significative.

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Studi di settore 2009, i risultati

Il Dipartimento delle Finanze ha pubblicato i risultati statistici che sono risultati dagli studi di settore presentati nel 2009 (e riferiti al periodo d’imposta 2008).
Due sono i fattori che hanno inciso su questi risultati: l’avvento della crisi globale, che ha iniziato ad interessare le imprese italiane proprio negli ultimi mesi del 2008, e la nascita del regime contabile dei contribuenti minimi, in vigore dal primo gennaio di quell’anno.

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Associazioni musicali e contribuenti minimi

La guida di Fisco Oggi sulla fiscalità  degli operatori del settore musicale dedica un certo spazio anche alle seguenti due questioni: le associazioni fra artisti e i contribuenti minimi.

Il primo caso riguarda l’ipotesi di pi๠soggetti (nel nostro caso: pi๠musicisti, intendendo fra essi cantanti, autori, compositori ecc.) che si associano per eseguire la loro attività .

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Contribuenti minimi, l’affitto blocca l’agevolazione

condominio

Il regime dei contribuenti minimi, nato con la legge 244/2007, prevede numerose agevolazioni nella tenuta della contabilità  e nel calcolo dell’imponibile fiscale, nonchè l’esenzione totale dall’IRAP e dagli studi di settore: un regime di favore previsto per imprenditori e professionisti minori, anche se non sempre conveniente dal punto di vista della pressione fiscale.

La legge stabilisce delle regole precise per essere considerati “contribuenti minimi”, e le relative soglie non possono essere superate, pena la decadenza dal regime. Fra queste soglie, la pi๠contestata dai contribuenti e dagli analisti èquella degli acquisti effettuati negli ultimi tre anni, che non deve superare il limite di quindicimila euro.

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Pregi e difetti del “forfettone” (terza parte)

euro-soldi

Confrontare il peso dell’imposta sostitutiva prevista per i contribuenti minimi con quello dell’IRPEF èmolto difficile.
L’imposta sostitutiva comporta un’aliquota secca del 20% sulla base imponibile. Nell’IRPEF, invece, il discorso èinfinitamente pi๠tortuoso.

Innanzitutto, si applicano aliquote differenziate per scaglioni di reddito crescenti. L’aliquota pi๠bassa (per i redditi fino a quindicimila euro) èdel 23%, perciಠsarebbe intuitivo pensare che il regime dei “minimi” ènecessariamente pi๠conveniente, tanto pi๠che ad essi non si applicano nemmeno le addizionali regionali e comunali; ma il discorso non ècosଠsemplice.

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Pregi e difetti del “forfettone” (seconda parte)

tax

Dal punto di vista delle imposte dirette, il discorso sulla convenienza èstremamente complesso. I “minimi” non pagano l’IRAP nè presentano la dichiarazione, ma èanche vero che mentre il discorso puಠessere interessante per gli imprenditori individuali, lo èmolto meno per i professionisti, per i quali, se sussistono i requisiti per aderire al “forfettone” sono comunque pressochè già  fuori dall’IRAP (a prescindere dall’adesione al regime), come hanno sancito prima la Corte di Cassazione e poi l’Agenzia delle Entrate; sul tema del rapporto fra IRAP e professionisti si rinvia ai numerosi articoli già  dedicati all’argomento.

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Pregi e difetti del “forfettone” (prima parte)

soldi

Dopo aver sviscerato da cima a fondo il regime contabile dei contribuenti minimi, giunge il momento di tirare le somme per valutare se e quando risulta conveniente aderirvi o rinunciarvi. Ovviamente, in un’analisi di questo genere, si deve partire dal presupposto che l’imprenditore o professionista disponga di tutti i requisiti per poter eventualmente aderire, in mancanza dei quali, infatti, la rinuncia diventa una scelta obbligata.

Sul tema, in un anno e mezzo, si èspressa dettagliatamente la stampa specializzata e la stessa Amministrazione Finanziaria, per cui oggi èrelativamente facile individuare gli elementi da prendere in considerazione.

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Decadenza dal regime dei contribuenti minimi

euro

Si ègià  accennato che chi ha i requisiti per accedere al regime agevolato puಠcomunque rinunciarvi optando espressamente per il regime ordinario.

Ci sono perಠanche varie ipotesi in cui un soggetto decade per legge dall’applicazione del “forfettone”, allorchè viene meno uno o pi๠dei citati requisiti.

Nella generalità  dei casi, la decadenza ha effetto dal periodo d’imposta successivo.

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