Sergio Trevisanato, presidente dell’ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori)..

Il quadro presenta molti punti che generano sconforto. La situazione è molto grave soprattutto per quello che riguarda le Regioni meridionali: si calcola che siano quasi un milione e mezzo i lavoratori in nero, includendo sia quelli del tutto privi del contratto di lavoro (tre su quattro) che quelli che un contratto l’hanno stipulato ma è come se non esistesse, in quanto orari e retribuzione sono ben lontani dall’essere rispettati.
Nel Sud, il tasso di disoccupazione si aggira intorno all’11%, contro il 6% del Nord, ma le punte sono in realtà ben più elevate se consideriamo le persone senza un’elevata qualificazione professionale, e soprattutto i giovani e le donne (oltre il 50% delle donne meridionali non lavora).
Negli ultimi anni si è generato inoltre un fenomeno nuovo e preoccupante, quello dello scoraggiamento, che spinge ben 8,1 disoccupati su cento a rinunciare definitivamente a cercarsi un lavoro, per le troppe difficoltà descritte.
Per combattere questi fenomeni, Trevisanato suggerisce di seguire due strade: elevare il livello medio degli stipendi e ridurre le possibilità per i datori di lavoro di ricorrere al precariato.
In compenso, il livello complessivo di disoccupazione nel nostro Paese continua a diminuire anno dopo anno. Oggi gli occupati sono oltre ventitré milioni di persone, cifra record dal 1992. Il rovescio della medaglia è dato dal fatto che i nuovi occupati sono frequentemente assunti con contratti a termine o part-time.
Per il futuro, l’ISFOL prevede un’ulteriore crescita dell’occupazione (1.200.000 nuovi posti nei prossimi cinque anni), a favore soprattutto degli italiani con elevate qualifiche professionali e degli immigrati.