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Fumetti, ricercatissimi i bravi collaboratori

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L’industria del fumetto non gode in questi anni di buona salute, ma sul mercato italiano rimangono ugualmente diverse case editrici con fondamenta abbastanza solide. Alcune realizzano prodotti originali, spesso esportati altrove (si pensi alle storie di Topolino, scritte in Italia e rivendute in tutto il mondo), altre traducono e diffondono nel nostro Paese le produzioni estere, provenienti soprattutto da Giappone, Stati Uniti, Argentina e Francia.


Occorre perಠdistinguere i ruoli pi๠appariscenti (sceneggiatore e disegnatore) da quelli di back-office, spesso poco conosciuti. In realtà , se di autori l’Italia èpiena (tanto che i giovani talenti trovano oggi enormi difficoltà  ad emergere), sono proprio i ruoli dietro le quinte ad offrire interessanti prospettive lavorative, anche se numericamente parliamo nel complesso di poche centinaia di lavoratori in tutta Italia.


Quali sono questi ruoli? Tantissimi e molto differenti fra loro. Ci sono i letteristi, il cui compito èquello di scrivere materialmente le parole dei balloons sopra le tavole disegnate; ci sono i coloristi, cui spetta il compito di trasformare il bianco&nero degli originali in pagine rutilanti di gradazioni; ci sono i traduttori, cui il lavoro non manca mai, in special modo per chi mastica di giapponese;

ci sono gli esperti informatici, in grado di intervenire sulle tavole originali per fare i microaggiustamenti necessari per renderle pi๠gradevoli; e c’ spazio, naturalmente, anche per i correttori di bozze, per gli esperti di marketing, per chi si occupa della distribuzione capillare sul territorio, per chi sa gestire l’organizzazione di mostre e la partecipazione alle fiere e cosଠvia.

Gli addetti ai lavori, comunque, concordano su un punto: quello del fumetto èun lavoro di squadra, ed èindispensabile che ognuno dei collaboratori, ciascuna per la propria parte, abbia una visione completa del ruolo degli altri.