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Difficile reclutare buoni reclutatori

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Nel mondo anglosassone sono noti come head-hunters, cacciatori di teste. Si tratta dei dipendenti (o consulenti specializzati) delle grandi società  la cui professione èquella di valutare le candidature e individuare le persone pi๠adatte per ricoprire una certa mansione.

Si tratta perciಠdi ricevere ed esaminare curriculum vitae, impostare test e colloqui, riuscire a far conciliare le esigenze dell’impresa con gli interessi, le competenze e gli obiettivi personali dei candidati.


E se azzeccare il candidato giusto richiede un certo impegno e molta professionalità , ancora pi๠difficile èassumere un buon head-hunter. E di questi tempi, per ovvi motivi, il mercato èpressochè bloccato.
Gli analisti, tuttavia, prevedono una ripresa di questo particolarissimo settore dell’occupazione dall’anno prossimo.

Certo non bisogna aspettarsi assunzioni a non finire: si parla di qualche centinaio di posti in tutta Italia, secondo le principali società  del settore dell’intermediazione del lavoro.


Fra l’altro, c’ da ipotizzare che con la cura-Brunetta per l’ampliamento dell’efficienza e della meritocrazia si possano aprire interessantissimi spazi anche nel settore delle amministrazioni pubbliche, che al momento sono del tutto vergini, fermo restando naturalmente che quasi tutte le assunzioni devono avvenire per concorso.

Ma qual èil percorso professionale tipico di un buon reclutatore? Solitamente si parte con una laurea in economia o in ingegneria gestionale, ma sono sempre pi๠apprezzate anche le lauree umanistiche, specialmente in psicologia.

Ma alla teoria occorre anche aggiungere la pratica, e cioèun’esperienza almeno di qualche anno nella gestione delle risorse umane, possibilmente in una grande società  e auspicabilmente come dirigente o quadro.