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Curriculum Vitae Falso

Un recente sondaggio ha rilevato che un italiano su 4 falsifica il proprio curriculum vitae. Niente di drammatico intendiamoci: tendenzialmente si tende ad esagerare nelle competenze informatiche 3%, un buon 8% accentua oltre il lecito le proprie esperienze professionali, c’ poi un 13% che si spaccia per poliglotta, ed infine, udite udite, anche un 2% che mente sulla votazione conseguita nella laurea o nel diploma.




Gonfiare il proprio curriculum non ècerto un reato, lungi da noi l’idea di fare i bacchettoni, ci sentiamo perಠdi condividere il consiglio del responsabile marketing di una delle maggiori aziende di selezione del personale, ”…essere onesti e non mentire si rivela spesso essere l’arma pi๠adeguata per riuscire e per essere apprezzati”.

Detto questo, resta perಠuna considerazione da fare: il livello di civiltà  di un popolo si misura anche da questi piccoli dettagli? Non rispettare la coda all’ufficio postale, superare le macchine in coda al semaforo, rivolgersi all’amico o conoscente e chiedere che la propria pratica passi in cima alla lista degli appuntamenti, non sono ritenuti dai pi๠comportamenti scorretti e sleali. Anzi, talvolta sono menzionati quali attestati di potere e di furbizia.

Non èdel resto inusuale sentire dei genitori riprendere i propri figli con un ” fatti furbo!”. Sicuramente con tale imperativo non si vuol indicare loro la strada della regolarità  e del rispetto.

A questa stregua perchènon gonfiare il proprio curriculum vitae se questo ci puಠavvantaggiare nella ricerca di un lavoro?
Quand’ero piccina, capitava che andavo a comprare i mobili con i miei genitori in un grande magazzino di mobili svedese. All’ingresso potevi prendere delle belle matitine e dei foglietti su cui memorizzare i codici degli articoli che sceglievi.

All’uscita, alle casse, c’era (e c’ tuttora) un contenitore in plastica trasparente con scritto” riponi qui la matita, grazie ”. I miei genitori mi obbligavano a mettere la matitina nonostante il contenitore fosse sempre vuoto: ero l’unica a mettere la matita e la cosa m’infastidiva parecchio.

Settimana scorsa sono andata con una mia amica a fare acquisti per la mia nuova casa in questo magazzino svedese, come al solito ho preso la matitina. Giunta all’uscita non l’ho riposta nel contenitore(come al solito vuoto…) e non mi sono sentita in colpa. Al che mi son chiesta: ai miei figli(se avrಠla fortuna di averne) farಠriporre la matitina o dirಠloro ” fatti furbo !” ?

Per domani mi sono ripromessa di riportare la matitina…..

Anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà  sempre una: quella che dall’interno della sua coscienza fa obbligo a ogni cittadino di regolarsi secondo le regole.
Indro Montanelli