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Batterie al litio in cerca di incentivi

Non si tratta forse di un argomento particolarmente appassionante per il cittadino comune, ma ècomunque paradigmatico della distanza che oggi sussiste nel nostro Paese fra il mondo della ricerca accademica e quello dell’industria e delle istituzioni.

Tutti gli esperti concordano sul fatto che entro questo decennio inizieranno a diffondersi in tutto il mondo le automobili elettriche e quelle ibride, destinate a sostituire progressivamente i tradizionalissimi mezzi a benzina e a gasolio.


Alcuni atenei italiani hanno sviluppato, individualmente o stipulando accordi con le grandi case automobilistiche, un progresso enorme nello studio delle celle in litio per batterie, che presentano molti vantaggi rispetto alle pi๠tradizionali celle in nickel: la potenza cresce fino a tre volte, il peso èminore, l’usurabilità  èpi๠ridotta.

Queste celle, sviluppate proprio per essere destinate alle automobili elettriche e ibride, sono perಠprodotte industrialmente all’estero. Francia, Inghilterra, Germania e perfino Cina e India hanno avviato da tempo le rispettive produzioni, con buone possibilità  di guadagnare posizioni di vantaggio nel mercato mondiale che saranno difficili da scalfire quando, fra pochi anni, domanda e offerta inizieranno a crescere in maniera esponenziale.

Le università  italiane, quindi, chiedono formalmente alle autorità  di favorire le aziende interessate a produrre queste famose celle al litio. L’idea èinfatti di attribuire contributi e agevolazioni alle imprese interessate, ma anche di tutelare e sviluppare ulteriormente la ricerca.


In effetti, le università  italiane garantiscono risultati d’eccellenza in questo campo, dalla Sapienza di Roma al Politecnico di Milano, ma la loro attività  èguardata con maggiore attenzione dai privati pi๠che dal pubblico. Magneti Marelli e Piaggio hanno già  stipulato accordi di ricerca, e anche grandi aziende straniere (Mercedes, Renault, Volkswagen…) hanno mostrato interesse.

Fonte: Il Sole 24 Ore