Sciopero virtuale nel settore trasporti (III)

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La possibilità  che viene introdotta con lo “sciopero virtuale” èquella di far sଠche i lavoratori prestino ugualmente e regolarmente il servizio, ma rinunciando al salario (come negli scioperi effettivi) e devolvendolo, per esempio, ai fondi per il sostegno della cassa integrazione oppure ad enti di beneficenza.

Gli scioperanti, afferma Sacconi, potranno dimostrare il loro dissenso ai terzi in maniera diversa, per esempio portando “una fascia al braccio”.

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Sciopero virtuale nel settore trasporti (II)

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Il progetto di Sacconi èquello di agire, almeno per il momento, solamente nel settore dei trasporti e non sugli altri servizi pubblici essenziali, per ottenere se non il consenso delle sigle sindacali almeno una protesta limitata.

Il Ddl, se approvato, attribuirà  al Governo la delega per riformare dunque quest’ambito: tra gli obiettivi dichiarati nella relazione di accompagnamento, si segnala la volontà  di ottenere “un migliore e pi๠effettivo contemperamento tra esercizio del diritto di sciopero e il diritto alla mobilità  e alla libera circolazione”.

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Sciopero virtuale nel settore trasporti (I)

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Potrebbe arrivare presto all’esame delle due Camere il disegno di legge su cui sta lavorando il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e destinato a modificare in maniera significativa l’esercizio del diritto di sciopero.

Attualmente, lo sciopero nei servizi pubblici essenziali èdisciplinato dalla legge 146 del 1990, che cerca di contemperare il diritto costituzionale all’astensione collettiva dal lavoro da parte dei dipendenti con le esigenze della collettività  legate alla fruizione di servizi indispensabili (come quelli legati all’informazione, alla giustizia, all’istruzione…)

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