Accordo tra Inps e Agenzia delle Entrate

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, e il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, hanno siglato una convenzione che prevede uno scambio di informazioni tra le due amministrazioni volto a riportare a galla attività  sommerse.

L’accordo, in particolare, prevede la possibilità  per l’Agenzia delle Entrate di esaminare i dati in possesso dell’Inps in modo tale da poter analizzare la posizione fiscale delle imprese, un’attività  che potrebbe dare i suoi frutti soprattutto mediante il raffronto con i risultati degli studi di settore e che potrebbe quindi portare ad emettere avvisi di accertamento.

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Quando non vale la protezione dello scudo (prima parte)

Non tutti coloro che hanno illecitamente esportato o detenuto ricchezze di ogni genere all’estero possono sperare di ottenere l’assoluzione per i loro peccati ricorrendo allo scudo fiscale; esistono infatti diverse ipotesi in cui la legge prevede una sorte ben differente.

Le norme, infatti, stabiliscono che la protezione non èaccordata a coloro nei cui confronti sia già  stata avviata un’attività  di accertamento da parte degli organi dell’Amministrazione Finanziaria.

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Lo Statuto del Contribuente: la conduzione delle verifiche fiscali

statuto del contribuente

Come già  accennato, l’articolo 12 dello Statuto dei Contribuenti fissa alcuni principi e paletti di una certa importanza in tema di verifiche fiscali, che devono muovere da effettive esigenze di indagine e “con modalità  tali da arrecare la minima turbativa possibile allo svolgimento delle attività  nonchè alle relazioni commerciali o professionali del contribuente”.

Queste norme di portata generale trovano poi dettaglio nel proseguimento dell’articolo. Innanzitutto, accessi e ispezioni devono essere svolti (salvo casi eccezionali) durante i normali orari d’ufficio e informando il contribuente delle ragioni che vi sono alla base e di tutti i relativi diritti e obblighi.

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Lo Statuto del Contribuente: limiti a sanzioni e controlli

modello f24

Oltre all’ipotesi delle obiettive condizioni d’incertezza, lo Statuto del Contribuente prevede altri due casi in cui il contribuente in buona fede non puಠricevere sanzioni tributarie.
Il primo di essi riguarda il caso in cui egli si sia attenuto ad indicazioni provenienti dalla stessa Amministrazione Finanziaria.

Immaginiamo il caso del contribuente che presenti interpello proprio per sapere come comportarsi in una certa situazione e successivamente si attenga al contenuto della risposta ricevuta.

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