segreto bancario

Segreto bancario svizzero addio dal 2017

Con l’arrivo del 1 gennaio 2017 èstata ufficialmente sancita la fine del segreto bancario in Svizzera: da adesso in poi le banche svizzere dovranno condividere dati e paesi d’origine di chi ha depositato nelle proprie casse una cifra pari a circa 2000 miliardi di euro, spesso frutto di evasione fiscale.

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Tutto ciಠgrazie al nuovo accordo sancito fra la Svizzera, l’Unione Europea e 28 altri Stati che prevede lo scambio automatico di informazioni fiscali. 

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Codici tributo tasse scudo fiscale

Per le attività  finanziarie scudate sono pronti i codici tributo, da indicare nel modello F24, ai fini del pagamento delle sanzioni per omesso versamento, dell’imposta di bollo speciale, e dell’imposta straordinaria.

A darne notizia nella giornata di ieri, giovedଠ9 febbraio del 2012, èstata l’Agenzia delle Entrate nel precisare come al riguardo sia stata diffusa una apposita risoluzione, la numero 14/E che, oltre all’istituzione dei codici tributo, fornite anche tutte le indicazioni utili e le istruzioni per compilare correttamente il modello F24.

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Come aprire un’impresa in Svizzera

L’idea di aprire un qualsiasi tipo di attività  commerciale in Svizzera, èsicuramente, come dimostrato dalle numerosissime ricerche che ogni giorno vengono effettuate sul web, una delle pi๠diffuse.

Questo fatto, certamente, èinfluenzato dalle facilitazioni fiscali e dai regimi di tassazione agevolati offerti dal governo svizzero sia alle persone fisiche che alle persone giuridiche.

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Scudo fiscale, i risultati finali

Il ministro Giulio Tremonti ha illustrato in Parlamento i risultati conclusivi dello scudo fiscale, operante fra il 15/09/2009 e il 30/04/2010.

In sintesi, in cambio di un’imposta sostitutiva (con aliquota oscillante fra il 5 e il 7%), coloro che avevano esportato e/o detenevano attività  di ogni tipo all’estero non dichiarate, hanno potuto rimettersi in regola rimpatriando o regolarizzando le stesse.

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Elenco dei Paesi ‘Black list’

Vediamo il contenuto dei due decreti ministeriali in materia di Paesi “black list”.
Il primo, datato 4 maggio 1999, elenca i seguenti Stati e territori: Alderney, Andorra, Anguilla, Antigua & Barbuda, Antille Olandesi, Aruba, Bahamas, Bahrein, Barbados, Belize, Bermuda, Brunei, Cipro, Costarica, Dominica, Emirati Arabi Uniti, Ecuador, Filippine, Gibilterra, Gibuti, Grenada, Guernsey, Hong Kong, le isole Vergini Britanniche, di Man, Cayman, Cook e Marshall, Jersey, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Malaysia, Maldive, Malta, Mauritius, Monaco, Montserrat, Nauru, Niue, Oman, Panama, Polinesia Francese, St. Kitts & Nevis, St. Lucia, St. Vincent & Grenadine, Samoa, San Marino, Sark, Seychelles, Singapore, Svizzera, Taiwan, Tonga, Turks & Caicos, Tuvalu, Uruguay e Vanuatu.

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L’Italia richiede la lista Falciani

Il nome di HervèFalciani, tecnico informatico svizzero, era sconosciuto fino a qualche settimana fa, ma oggi èal centro di un caso internazionale che mischia burrasche diplomatiche e indagini finanziarie ad altissimo livello.

Non èchiaro come sia iniziata la vicenda: Falciani lavorಠper mesi al sistema di sicurezza informatica della banca ginevrina HSBC, e, al termine, si recಠin Francia. Il guaio èche nel suo computer portatile sono contenuti nomi e dati di ben 127.000 conti correnti, moltissimi dei quali intestati a cittadini stranieri (convinti invano dell’impenetrabilità  dei segreti delle banche svizzere).

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Orologi, la crisi non èfinita

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Il settore della vendita di orologi sconta tuttora il perdurare implacabile della crisi dei consumi: un discorso che puಠessere applicato tanto a quelli di lusso quanto a quelli pi๠economici e commerciali.

L’uscita della crisi èrinviata al 2010, presumibilmente intorno alla metà  di quell’anno, ma preziose indicazioni verranno certamente dall’andamento delle vendite nei giorni sotto Natale, che normalmente sono in assoluto i pi๠proficui dell’intero calendario.

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Paradisi fiscali: l’OCSE si ricompatta nella battaglia

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Le severe sanzioni e il rafforzamento delle indagini contro la detenzione di capitali illecitamente esportati nei cosiddetti paradisi fiscali, contenuti nella manovra estiva, rientrano nel quadro di lotta senza quartiere promossa recentemente dall’OCSE.

In occasione del recente summit finanziario a Berlino, i rappresentanti di diciannove dei Paesi aderenti all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico si sono ricompattati dopo parecchie incomprensioni sull’argomento: incomprensioni pi๠che evidenti, dato che persino alcuni fra loro sono stati indicati nella “lista nera” dell’OCSE, o anche nella pi๠ambigua “lista grigia”.

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