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Welfare negli studi professionali

I professionisti italiani hanno guadagnato nel corso dei decenni l’immagine di una classe elitaria e sostanzialmente immune alle difficoltà  del mercato e ai problemi di reddito.

Quest’immagine, per quanto ancora diffusa, èirrimediabilmente fuori tempo: il numero degli iscritti agli ordini professionali e, allargando il raggio, dei lavoratori autonomi non iscritti ad alcun ordine oscilla oggi intorno ai due milioni. Un livello molto alto e in continua crescita, tanto che gli spazi di mercato sono via via pi๠ristretti, soprattutto per i giovani e per coloro che sono privi di alta qualificazione.


Da qualche tempo, sia lo Stato che le casse previdenziali autonome hanno scelto di incrementare gli interventi di welfare destinati agli studi professionali. Uno strumento del tutto nuovo, ad esempio, èla cassa integrazione: fra gli strumenti introdotti dai vari decreti anticrisi, esiste ora la possibilità  di richiedere la CIG anche a favore dei dipendenti degli studi professionali. Questa soluzione, ancora poco conosciuta, sta comunque acquisendo maggiore visibilità , e ad oggi sono oltre 5.500 i dipendenti (segretarie, impiegati…) degli studi che hanno potuto ottenere l’integrazione salariale. Va peraltro detto che, trattandosi di una norma in deroga alle leggi ordinarie sulla CIG, èprevista una scadenza: il prossimo 31 dicembre. Non si puಠescludere, peraltro, che vi possa essere una proroga.


L’attenzione delle casse previdenziali, invece, èrivolta soprattutto ai soggetti pi๠deboli del popolo delle partite IVA: giovani appena abilitati (con particolare attenzione a chi lavora per un unico committente, in genere un collega pi๠affermato), praticanti, autonomi in attesa di superare l’esame di Stato.
Gli aiuti previsti sono molto variegati a seconda della categoria di professionisti (mutui agevolati, sconti contributivi, indennità â€¦), e occorre quindi consultare la singola Cassa previdenziale per saperne di pià¹.

Fonte: Il Sole 24 Ore