L’Agenzia delle Entrate detta chiarezza sull’interpello

Con l’istituto dell’interpello preventivo, generalizzato dalla L. 212/2000 (Statuto del Contribuente) a tutte le tipologie di quesito su ogni materia di natura tributaria, l’Agenzia delle Entrate e gli altri enti esprimono il loro parere sui dubbi di interpretazione delle leggi fiscali che i cittadini esprimono in relazione a loro concreti problemi.

Il contribuente non ha l’obbligo di conformarsi alla risposta ottenuta, fermo restando che in caso di controversie con il Fisco spetterà  a lui l’onere di dimostrare che il suo diverso comportamento èstato quello pi๠corretto.

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Lo Statuto del Contribuente: limiti a sanzioni e controlli

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Oltre all’ipotesi delle obiettive condizioni d’incertezza, lo Statuto del Contribuente prevede altri due casi in cui il contribuente in buona fede non puಠricevere sanzioni tributarie.
Il primo di essi riguarda il caso in cui egli si sia attenuto ad indicazioni provenienti dalla stessa Amministrazione Finanziaria.

Immaginiamo il caso del contribuente che presenti interpello proprio per sapere come comportarsi in una certa situazione e successivamente si attenga al contenuto della risposta ricevuta.

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Lo Statuto del Contribuente: decadenze e compensazioni

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Proseguendo nell’analisi dello Statuto del Contribuente, si arriva all’importante principio secondo cui i termini di decadenza fissati dalle varie leggi fiscali in merito alla possibilità  di condurre accertamenti fiscali (termini oltre i quali l’iniziativa non puಠpi๠essere avviata) non sono mai suscettibili di proroga.

Ma non basta: tutti gli atti emessi da qualunque ente dell’Amministrazione Finanziaria devono indicare il nome del responsabile del procedimento e, se si tratta di un atto impugnabile, devono precisare termini e modalità  mediante cui presentare ricorso.

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Lo Statuto del Contribuente: introduzione

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Dopo innumerevoli esempi di vessazioni, regolamenti incomprensibili, sanzioni sproporzionate e pretese assurde da parte dell’Amministrazione Finanziaria dello Stato, una decina di anni fa il legislatore decise di fissare una serie di limiti e paletti all’azione delle agenzie fiscali e della Guardia di Finanza.

La finalità  era quella di attribuire all’Erario un’etica nelle azioni e negli strumenti adottati, e una serie di garanzie di cui il cittadino avrebbe dovuto godere sempre, con riferimento a qualsiasi genere di tributo.

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