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Gioco di squadra per i medici di famiglia

Medico di famiglia

Moltissime ASL in tutta Italia stanno incoraggiando su larga scala alcune soluzioni dirette a favorire la diffusione capillare dei servizi medici di base ai cittadini.

Le soluzioni adottate variano da territorio a territorio, considerando che si tratta di competenze proprie delle Regioni e ognuna di esse sceglie comprensibilmente le pratiche maggiormente adeguate alle proprie esigenze.
Tuttavia, le opzioni utilizzate sono sostanzialmente uniformi.

E poichè i risultati si stanno rivelando buoni, tali prassi si stanno vieppi๠diffondendo su larga scala, anche se prevalentemente nelle aree centrosettentrionali del Paese.


Ma di cosa si tratta? In sostanza, i singoli medici che operano in una stessa città  o quartiere si mettono d’accordo per offrire un servizio organizzato in comune, seppure ognuno di essi mantenga la propria autonomia giuridica e professionale.

Ecco dunque che i medici di famiglia si organizzano per aprire i rispettivi studi a giorni e orari concordati, cosଠda coprire l’intera settimana lavorativa e consentire ai pazienti di ricorrere ad uno qualunque di loro quando il proprio dottore di fiducia ha il giorno libero o èin ferie. Ed ecco che sono istituiti qua e là  presso i singoli studi medici i CUP, i centri di prenotazione, cosicchè il paziente possa chiedere al proprio medico di famiglia di prenotargli visite ed esami specialistici presso le strutture ospedaliere.


Notevole diffusione stanno cominciando ad avere anche gli studi polifunzionali: si tratta solitamente di cooperative in cui molti medici con specializzazioni differenti mettono su una struttura comune che agevoli le esigenze dei cittadini serviti.

E una menzione èmeritata anche dai servizi di primo soccorso organizzati in comune dal 118 e dai medici di base aderenti, con la finalità  di non intasare il pronto soccorso degli ospedali.