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Prodotti da dichiarare in dogana

Nel momento in cui un soggetto introduce beni sul territorio nazionale provenendo da Paesi extracomunitari, ètenuto a dichiararlo agli uffici periferici dell’Agenzia delle Dogane: se si tratta di beni destinati alla rivendita, infatti, occorre pagare i relativi dazi e imposte varie, fra cui l’IVA.

Se invece si tratta di beni destinati al consumo personale o familiare non occorre dichiararli nè pagare alcunchè.


Ma quali sono i limiti di tale consumo privato?
àˆ la legge stessa a fissare delle precise franchigie: se i beni introdotti non le superano, non esistono obblighi doganali particolari; se invece la soglia èsuperata, la dichiarazione doganale èobbligatoria e i tributi si pagano sul valore complessivo, senza alcuna esenzione.

Se perಠsi importano beni di natura diversa il cui valore, sommato, supera la franchigia, godono fino a concorrenza della franchigia stessa quelle singole tipologie di beni che, prese singolarmente, non supererebbero la soglia.
Attualmente, la franchigia prevista per la generalità  delle merci èpari a 175 euro (90 per i viaggiatori con meno di quindici anni).


Per alcuni beni, perà², la soglia ècalcolata per quantità  e non per valore: per sigarette, cigarillos e sigari la franchigia èpari rispettivamente a duecento, cento e cinquanta pezzi, mentre per il tabacco da fumo il riferimento è250 grammi; per i superalcolici la soglia èun litro, per vini e altri alcolici èdi due litri; per profumi e eau de toilette si parla rispettivamente di cinquanta grammi e venticinque centilitri; per caffè the, invece, la soglia èrispettivamente di cinque e di un ettogrammo, con valori ridotti del 60% per i relativi estratti.

Per chi ha meno di diciassette anni non esistono franchigie per gli alcolici; se gli anni sono meno di quindici, nemmeno per il caffà¨.