Permessi colf, badanti e lavoratori domestici

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Il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro relativo all’anno 2013 per le colf e le badanti ha introdotto una serie di novità  rilevanti, le maggiori delle quali in tema di permessi. Emergono delle sostanziali differenze rispetto agli altri contratti di lavoro collettivi nazionali. Infatti nel contratto relativo alle colf e alle badanti  non èprevisto un monte di ore relative ai  permessi retribuiti che il dipendente puಠutilizzare quando vuole.

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Permessi retribuiti contratto metalmeccanici

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Il contratto dei metalmeccanici prevede a favore di tale categoria di lavoratori il diritto a fruire di permessi retribuiti per complessive 104 ore lavorative all’anno, equivalenti a 13 giorni lavorativi di 8 ore.

Tali permessi, ricordiamo, possono essere fruiti dal lavoratore in aggiunta alle ferie, che per questa tipologia di contratto ammontano complessivamente a quattro settimane per ciascun anno di lavoro.

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Permessi retribuiti

I permessi retribuiti sono dei giorni di astensione dal lavoro che il dipendente puಠchiedere al datore di lavoro in presenza di determinate circostanze.

I permessi retribuiti sono disciplinati dal contratto collettivo a cui fa riferimento ciascun contratto di lavoro, tuttavia la maggior parte di questi prevede che il lavoratore possa chiedere al proprio datore di lavoro di usufruire dei permessi retribuiti al verificarsi di determinate eventi, in particolare:

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Certificazione permessi studio

La legge riconosce i cosiddetti permessi studio a favore dei lavoratori dipendenti, sia appartenenti al settore pubblico che appartenenti al settore privato, ossia dei permessi retribuiti per frequentare corsi e lezioni oppure per sostenere esami universitari se si èdei lavoratori studenti.

Nel primo caso il lavoratore ha diritto a 150 ore di permessi retribuiti da usufruire in un determinato arco temporale, mentre ai lavoratori studenti spettano dei permessi giornalieri retribuiti per sostenere gli esami universitari.

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Permessi studio

Ai lavoratori dipendenti, sia del settore pubblico che del settore privato, èriconosciuto il diritto ad assentarsi dal lavoro e ad usufruire dei cosiddetti permessi studio, ossia un numero di ore all’anno utilizzabili dal prestatore di lavoro per seguire corsi e lezioni. Lo scopo, dunque, èquello consentirgli di esercitare il suo diritto allo studio, di elevare le sue conoscenze culturali e le sue competenze professionali.

La contrattazione collettiva nazionale stabilisce l’entità  dei permessi studio, che normalmente consistono in permessi pari a 150 ore lavorative di cui èpossibile usufruire in un arco di tempo ben determinato, normalmente tre anni.

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Permesso per donazione sangue

Nel nostro Paese, purtroppo, cliniche e ospedali sono in cronica carenza di sangue per le trasfusioni, nonostante gli sforzi promozionali e operativi dei tanti volontari aderenti all’AVIS.

Anche il legislatore ha cercato di favorire il ricorso alle donazioni (rapide e sicure) stabilendo il diritto ad un permesso di ventiquattro ore a favore di tutti i lavoratori dipendenti. In altre parole, il donante ha diritto (previo avviso) a non presentarsi sul posto di lavoro per l’intera giornata in cui si svolge il prelievo, sia che sia destinato alla trasfusione, sia che serva per la produzione dei cosiddetti emo-derivati.

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Permesso assistenza disabili

In un Paese come il nostro in cui l’età  media continua a crescere, sono sempre di pi๠i dipendenti che devono riuscire a far combaciare i rigidi orari di lavoro con l’esigenza di assistere i parenti infermi.
A tutela di queste difficili situazioni, interviene una legge del 1992, che tuttora disciplina i diritti del lavoratore.

àˆ necessario che l’assistenza sia prestata ad un parente stretto (coniuge, genitore o altro ascendente, zio, fratello o sorella, figli e altri discendenti, nipoti, affini) e che costui o costei sia dichiarato afflitto da grave handicap fisico e/o psichico, attestato da un’apposita commissione medica.

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Diritti dei cassintegrati: congedi minori e festività 

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Oltre ai permessi “principali” come ferie e permessi di cui abbiamo trattato, i lavoratori hanno solitamente diritto anche ad una pluralità  di congedi cosiddetti “minori” regolati per legge e, pi๠spesso, per contratto collettivo. Vediamo, dunque, cosa succede in caso di ammissione alla CIG.

Alcuni permessi prevalgono sulla cassa integrazione: perciಠil lavoratore ha diritto a fruire del congedo con le regole ordinarie.

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Diritti dei cassintegrati: ferie e permessi

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Negli ultimi dodici mesi, il numero dei lavoratori subordinati sottoposti al regime della cassa integrazione guadagni (CIG) ètriplicato, anche in seguito alle nuove norme provvisorie sull’estensione del regime in deroga alle leggi tradizionali sul tema.

Leggi, contratti collettivi, circolari dell’INPS e sentenze della magistratura sono intervenuti pi๠volte per chiarire i confini dei diritti che maturano a favore dei lavoratori cassintegrati. Vediamo dunque di delineare una panoramica.

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Casalinghe: anche il padre ha diritto al permesso per allattamento

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La madre lavoratrice dipendente, o parasubordinata, ha diritto per legge a brevi periodi di permesso giornaliero per provvedere all’allattamento del figlio nei primi mesi di vita dello stesso.

Questa norma èuna delle tante oggi esistenti che riconosce e applica il diritto costituzionale che impone al legislatore di individuare soluzioni che consentano alla madre di adempiere alla propria essenziale funzione familiare.

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Permessi e congedi del lavoratore

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La legge e i contratti collettivi prevedono un’autentica selva di ipotesi in cui il lavoratore puಠassentarsi dal luogo di lavoro, per qualche ora o per qualche giorno.

Si tratta dei numerosi permessi o congedi riconosciuti in occasione di situazioni cui si attribuisce una particolare giustificazione sociale o familiare.

Fra gli esempi pi๠importanti, ricordiamo i permessi riconosciuti al dipendente che: contrae le nozze (cosiddetto “congedo matrimoniale”); subisce un grave lutto familiare; deve assistere un congiunto anziano o ammalato; deve sottoporsi a cure mediche o interventi chirurgici; dona il sangue; partecipa come rappresentante sindacale ad incontri e riunioni inerenti la sua funzione; adempie ai suoi doveri civici, come recarsi a votare o partecipare ad un processo.

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Riposi e permessi del lavoratore

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Ogni lavoratore subordinato ha diritto, per legge, ad un periodo di riposo giornaliero. Il “periodo di riposo” èdefinito dalla norma in maniera estensiva: esso infatti ricomprende ogni singolo momento passato al di fuori dell’orario di lavoro.

In particolare, il dipendente ha diritto ad almeno undici ore consecutive di riposo ogni ventiquattro. In questo senso, sarebbe illecito un orario di lavoro che prevedesse per il lunedଠil termine alle ore ventidue e per il martedଠla riapertura alle sei del mattino, anche se i vincoli sull’orario normale fossero rispettati.

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Lavoro normale e straordinario

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L’orario di lavoro si distingue in normale e straordinario. In particolare, l’orario normale èpari a quaranta ore settimanali; per alcune categorie, perà², i contratti collettivi stabiliscono un orario normale pi๠ridotto.

L’orario normale, perà², non èda intendere in maniera rigida: i contratti collettivi possono infatti stabilire un periodo di riferimento (un mese o un bimestre, solitamente), e l’orario normale èdunque da intendersi come la media da non superare nel periodo considerato.

Ciಠvuol dire che èlegittimo fissare, poniamo, una settimana lavorativa di quarantacinque ore, se poi quella successiva non supera le trentacinque.

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