Flessibilità  maternità  e dichiarazione del datore di lavoro

maternità 

La lavoratrice che intende usufruire della flessibilità  del congedo di maternità  deve manifestare la sua volontà  in tal senso presentando apposita richiesta all’Inps, utilizzando il modulo di richiesta flessibilità  maternità .

Tra la documentazione da allegare a tale modulo figura il certificato rilasciato da un ginecologo del Servizio sanitario nazionale, o con questo convenzionato, che attesta l’assenza di rischi sia per la madre che per il nascituro in relazione alla decisione della lavoratrice di usufruire dei cinque mesi di congedo di maternità  astenendosi dallo svolgimento della prestazione lavorativa un mese prima e quattro mesi dopo il parto, anzichè due mesi prima e tre mesi dopo.

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maternità, cerfiticato di gravidanza

Interruzione flessibilità  congedo di maternità 

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La flessibilità  del congedo di maternità  puಠessere concessa su esplicita richiesta della lavoratrice (attraverso il modulo di richiesta flessibilità  maternità ), che in tal modo sceglie di fruire del congedo di maternità  astenendosi dal lavoro un mese prima e quattro mesi dopo il parto, anzichè due mesi prima e tre mesi dopo il parto.

Tale concessione, tuttavia, èsubordinata alla presentazione a cura della lavoratrice di un certificato medico rilasciato da un ginecologo del servizio sanitario nazionale, o con questo convenzionato, che attesta l’assenza di rischi collegati a tale scelta sia per la madre che per il nascituro.

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Modulo richiesta flessibilità  maternità 

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La flessibilità  del congedo di maternità  consiste nella possibilità  concessa alla lavoratrice dipendente di fruire dei cinque mesi di congedo obbligatorio astenendosi dallo svolgimento della prestazione lavorativa un mese prima del parto e quattro mesi dopo il parto, anzichè due mesi prima e tre mesi dopo.

Per poter fruire di tale possibilità  ènecessario presentare apposita richiesta all’Inps. Per farlo ènecessario utilizzare il modulo predisposto per la richiesta del congedo di maternità , scaricabile gratuitamente attraverso il link in fondo, in particolare compilando l’apposito campo a pagina 7.

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Flessibilità  del congedo di maternità 

maternità 

La lavoratrice dipendente in stato di gravidanza puಠchiedere la cosiddetta flessibilità  del congedo di maternità , in altre parole puಠchiedere di fruire dei cinque mesi di congedo di maternità  astenendosi dallo svolgimento della prestazione lavorativa un mese prima e quattro mesi dopo il parto, anzichèdue mesi prima e tre mesi dopo il parto.

Per poter esercitare tale facoltà , tuttavia, èrichiesto il certificato rilasciato da un ginecologo del servizio sanitario nazionale, o con esso convenzionato, che attesti l’assenza di rischi derivanti da tale opzione per la salute della gestante e del nascituro.

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Valutazione dei rischi lavoratrici in gravidanza

Ai sensi di quanto previsto dall’art. 28 del D. Lgs. n. 81 del 2008, il datore di lavoro in presenza di lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allatamento fino a sette mesi dopo il parto, deve compiere una valutazione dei rischi con particolare riferimento a quelli connessi all’esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici, nonchè a determinati processi o condizioni di lavoro.

In particolare, per quanto riguarda gli agenti fisici, la valutazione deve riguardare quelli in grado di provocare lesioni al feto o un distacco della placenta.

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Tutela delle lavoratrici in gravidanza

In tema di sicurezza sul lavoro, il legislatore ha imposto una tutela particolare alle lavoratrici gestanti e alle lavoratrici neomamme in periodi di allattamento.

In particolare, nei periodi di gravidanza e puerperio la lavoratrice èlegittimata ad assentarsi dal lavoro, con diritto alla conservazione del posto, per un periodo di tempo stabilito dalle leggi, dalla contrattazione collettiva, dagli usi o secondo equità .

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Illegittima riduzione della maternità  per lavoratrici autonome

La Corte Costituzionale con la sentenza n. 257 del 22 novembre 2012 ha dichiarato illegittima la norma che prevede per le lavoratrici iscritte alla gestione separata Inps la riduzione del periodo di maternità  da tre a cinque mesi in caso di adozione o di affidamento preadottivo di un minore.

La norma in questione èstata esaminata dopo che una lavoratrice autonoma iscritta alla gestione separata, dopo aver avuto l’affidamento preadottivo internazionale di un minore e aver ottenuto dall’Inps l’indennità  di maternità  per un periodo di tre mesi, ha chiesto l’accertamento del proprio diritto a riscuotere l’indennità  di maternità  per un periodo di cinque mesi e la conseguente condanna dell’Inps al pagamento nei suoi confronti di altre due mensilità .

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Maternità  lavoratrici autonome

Il sistema legislativo e previdenziale italiano prevede a favore delle lavoratrici autonome in stato di gravidanza analoga tutela prevista a favore delle lavoratrici dipendenti e parasubordinate, ovvero un congedo di maternità  della durata di 5 mesi, durante i quali si ha diritto ad un’indennità  a carico dell’Inps.

Tale forma di tutela, pi๠nel dettaglio, èconcessa a favore delle coltivatrici dirette, delle mezzadre, delle colone, delle imprenditrici agricole a titolo principale; a favore delle lavoratrici artigiane; a favore delle lavoratrici della gestione commercianti.

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Calcolo indennità  di maternità 

Nel periodo di astensione obbligatoria dal lavoro la lavoratrice madre ha diritto ad un’indennità  a carico dell’Inps pari all’80% della sua retribuzione media giornaliera, calcolata dividendo per 30 l’importo totale della retribuzione percepita nel mese precedente a quello nel corso del quale ha avuto inizio il congedo di maternità . Il contratto collettivo nazionale di riferimento puಠpoi prevede l’integrazione da parte del datore di lavoro del restante 20%.

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Maternità  lavoratici con contratto a progetto

A partire dal 2007 le tutele previste a favore delle lavoratrici dipendenti in stato di gravidanza èstato esteso anche alle lavoratrici iscritte alla gestione separata Inps, ne deriva quindi che anche le lavoratrici con contratto a progetto hanno diritto all’astensione obbligatoria e a tutte le altre tutele previste a favore delle altre categorie di lavoratrici in gravidanza (flessibilità  del congedo obbligatorio di maternità , interdizione anticipata per gravidanza, proroga dell’astensione, ecc.). Tale beneficio spetta anche in caso di adozione o di affidamento di un minore.

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Requisiti assegno di maternità 

A favore delle madri sono previste due diverse tipologie di assegno di maternità . Il primo èl’assegno di maternità  che viene erogato dai Comuni alle madri disoccupate italiane, comunitarie e extracomunitarie, purchè in possesso del permesso di soggiorno. In questo caso èrichiesto come requisito, oltre alla disoccupazione e alla residenza in Italia, un reddito ISEE non superiore o uguale ad una determinata soglia prestabilita, che per il 2012 èfissata a 33.857 euro.

L’assegno viene concesso dal Comune di residenza ed erogato dall’Inps. Esso non ècumulabile con altri trattamenti previdenziali, fatta eccezione per l’eventuale diritto a percepire dal Comune la quota differenziale.

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Importo assegno di maternità  dei comuni 2012

L’assegno di maternità  che viene corrisposto alle mamme non lavoratrici, quindi disoccupate, a titolo di prestazione assistenziale dai Comuni mediante erogazione da parte dell’Inps in presenza di determinati requisiti reddituali, anche quest’anno èstato aggiornato in base alla rivalutazione Istat.

A seguito di tale rivalutazione, dunque, le mamme non lavoratrici, sia comunitarie che extracomunitarie purchè residenti in Italia e in possesso di valido permesso di soggiorno, qualora siano in possesso dei requisiti reddituali previsti, riceveranno nel 2012 per cinque mensilità  un assegno di 324,79 euro per le nascite, gli affidamenti preadottivi e le adozioni senza affidamento.

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Clausola contratti Rai per gravidanza o malattia

Che le malattie prolungate o le gravidanze non siano gradite alla maggior parte dei datori di lavoro italiani ècosa già  nota, ma che questo venga scritto nero su bianco sul contratto di lavoro e per giunta dalla Rai, un servizio pubblico in parte finanziato direttamente dai cittadini italiani attraverso il pagamento del canone Rai, appare decisamente assurdo.

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