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Processi civili: spese di giudizio e liti temerarie

Fra le varie norme di riforma del processo civile introdotte negli ultimi mesi, alcune novità  intervengono anche in materia di pagamento delle spese di giudizio e di trattamento delle cosiddette “liti temerarie” (ossia ricorsi, appelli e contrapposizioni proposti anche in palese mancanza di qualsiasi ragione, al solo scopo di dilatare i tempi dei procedimenti).

Lo scopo delle nuove norme èquello di temperare alcune iniquità  che si erano manifestate secondo la normativa previgente.


Per quanto riguarda le spese di giudizio, le norme preesistenti prevedono che ogni parte intervenuta nel processo anticipa la propria quota di spese e poi il soccombente èchiamato a rimborsare la controparte (su richiesta di quest’ultimo). Sennonchè, èmerso che i giudici tendono con grande frequenza a dichiarare le spese fra le parti compensate a vicenda, magari con motivazioni generiche e ingiustificate.

Secondo la nuova legge, la compensazione delle spese èconsentita solo se entrambe le parti sono soccombenti (in tutto o in parte) oppure qualora vi siano “gravi ed eccezionali ragioni”: questa dicitura dovrebbe impedire abusi, che spesso finiscono per vessare il comune cittadino.


In merito alle liti temerarie, èora stabilito che, se l’azione o la resistenza di una delle parti si basa su motivi palesemente infondati, non solo costui èchiamato a rimborsare i danni concretamente subiti dalla controparte ma puಠanche essere condannato dal giudice a pagarle anche un’ulteriore somma a titolo di risarcimento; l’entità  di tale risarcimento èstabilita dal giudice in via equitativa.

àˆ da notare che la norma sulle spese di giudizio èapplicabile anche nei processi tributari, mentre ècontroverso se il discorso valga anche per le liti temerarie.