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Detrazione spese per attività  sportive

Un quesito posto al sito dell’Agenzia delle Entrate FiscoOggi riporta in primo piano la detraibilità  delle spese per i figli, la suddivisione delle stesse tra i due genitori e ovviamente l’importanza di conoscere la disciplina che pi๠di altr èconsiderata “sportiva”. 

La richiesta di un contribuente èrelativa ad esempio al corso di danza della figlia. Si puಠdetrarre la spesa? La risposta èmolto semplice e ben articolata:

Per usufruire della detrazione per le spese per attività  sportive praticate dai figli (articolo 15, comma I, lettera i-quinquies, del Tuir), ènecessario che i ragazzi pratichino l’attività  presso associazioni sportive (come indicate dall’articolo 90, commi 17 e seguenti, della legge 289/2002) che abbiano nella propria denominazione sociale l’espressa indicazione della finalità  sportiva e della ragione o denominazione sociale dilettantistica. Le attività  devono essere svolte in impianti, comunque organizzati, destinati all’esercizio della pratica sportiva non professionale, agonistica e non agonistica, compresi gli impianti polisportivi gestiti, anche in forma diversa dalle associazioni sportive, da soggetti pubblici privati, anche in forma di impresa, individuale o societaria, secondo le norme del codice civile (paragrafo 14.2 della circolare n. 34/E del 2008).

Pi๠in generale sulla ripartizione delle spese dei figli a carico, il fisco ricorda che

In presenza di pi๠figli, la relativa detrazione prevista dall’articolo 12 del Tuir deve essere considerata unitariamente per tutti i figli dei medesimi genitori; pertanto, l’eventuale attribuzione al genitore con reddito pi๠elevato deve interessare necessariamente tutti i figli della coppia (paragrafo 5.1 della circolare 19/E del 2011). Soltanto nell’ipotesi in cui i figli siano nati non dai medesimi genitori, la detrazione potrà  essere ripartita in misura diversa.