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Il taglio agli aiuti di Stato alle imprese del ministro Giarda

Il taglio agli aiuti di Stato alle imprese del ministro Giarda

Cattive, se non addirittura pessime, notizie per tutte le Piccole e Medie Imprese italiane che, entro i prossimi 5, massimo 10 anni, potrebbero vedersi improvvisamente private di una buona fetta (all’incirca equivalente, secondo le prime stime, a quasi 20 miliardi di euro) dei moltissimi finanziamenti che lo Stato italiano annualmente stanzierebbe a loro diretto favore.

CESSIONE DEL QUINTO DELLO STIPENDIO

La spending review annunciata, solamente qualche giorno fa ed in pompa magna, direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, andrà  dunque a colpire, nonostante l’Italia, nei confronti di moltissimi altri importanti Paesi europei, si sia in questo caso comportata veramente egregiamente (i finanziamenti alle imprese, in Italia, si sarebbero negli ultimi 4 – 5 anni assestati allo 0,6% del PIL contro il 3,6% del PIL raggiunto, in media, dall’Unione Europea) anche e soprattutto gli aiuti di Stato alle imprese che, forse già  dagli ultimi mesi del 2012 ma sicuramente a partire dai primi mesi del 2013, vedranno la drastica riduzione dei contributi pubblici a proprio favore.

CALCOLO TREDICESIMA MENSILITà€

In particolare, stando a quanto sarebbe stato possibile evincere dalla lettura del rapporto “Elementi per una revisione della spesa pubblica” del ministro per i Rapporti con il Parlamento avente delega all’Attuazione del Programma di Governo Dino Piero Giarda, i tagli agli aiuti di Stato alle imprese verranno effettuate in due distinte tranche.

FINANZIAMENTI AGRICOLTURA PER LE DONNE

Nel corso della prima, specificamente riguardante i tagli che sarebbe possibile effettuare già  nel breve periodo, dovrebbero venir tagliati circa 10 miliardi di euro fra contributi correnti e contributi in conto capitale.

Nel corso della seconda, riguardante i taglia possibili nel medio periodo, dovrebbero per lo meno venir tagliati almeno 5 miliardi di euro di contributi in conto capitale direttamente imputabili all’amministrazione centrale dello Stato italiano. Altri tagli, almeno equivalenti a 2 miliardi, dovrebbero riguardare i contributi delle Regioni e dei Comuni.