Crisi dei consumi Natale 2010

Secondo un sondaggio della Confesercenti, questo sarà  un Natale all’insegna della sobrietà , poichè le famiglie italiane risentono della crisi e hanno molta incertezza del futuro.
La speranza perಠregna sovrana, tanto che gli italiani intervistati, anche se hanno paura di perdere il posto di lavoro, credono che la situazione dovrà  migliorare nei prossimi mesi.

I regali, quest’anno, saranno rivolti soprattutto ai parenti stretti, coniugi e figli, ed in media si faranno sei regali a testa, uno in meno rispetto allo scorso anno. I regali utili saranno quelli pi๠gettonati anche se in testa alle preferenze ci sono capi d’abbigliamento, cibo, vino e libri.

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Attrarre il consumatore èsempre pi๠difficile

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àˆ vero che in tempi di recessione e di crollo del potere d’acquisto, come quelli attuali, le offerte promozionali di negozi e supermercati sono sempre viste di buon occhio dalle famiglie italiane. Ma quando il taglio dei prezzi, i tre-per-due e le raccolte-punti divengono strumenti cosଠdiffusi che sembra impossibile farne a meno, l’effetto èmolto pi๠tiepido.

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La recessione travolge negozi e botteghe

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Se per il settore del benessere non c’ècrisi, per altri settori il calo dei consumi risulta essere stressante e già  da molti anni i cosiddetti “esercizi di vicinato”, e cioèi piccoli negozi di quartiere, soffrivano una notevole crisi derivante principalmente dalla grande distribuzione: supermercati, ipermercati e hard discount hanno progressivamente messo all’angolo i piccoli esercenti, impossibilitati a garantire la stessa varietà  di merce nè prezzi altrettanto convenienti, che invece i grossi distributori possono permettersi sfruttando le economie di scala.

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Le aziende imparano la sobrietà 

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I costi aumentano e le vendite crollano: in qualunque settore si investighi, i risultati pi๠che sconfortanti rimangono sempre quelli.

La crisi minaccia di perdurare ancora a lungo, e anche se le istituzioni ufficiali assicurano che dal 2010 si potrà  contare su una significativa ripresa, sono molte le imprese che temono di non riuscire a sopravvivere fino ad allora.

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Contro la crisi Ikea annuncia assunzioni di massa

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A fronte delle notizie quotidiane di imprese che si apprestano a licenziare centinaia di dipendenti quando non lo hanno già  fatto, una boccata d’ossigeno ci voleva davvero.

Ikea, la popolare multinazionale svedese del settore degli arredi che negli ultimi anni ha acquisito una fama enorme per i bassi prezzi praticati a dispetto della buona qualità  dei suoi prodotti, ha annunciato l’intenzione di aprire nel corso del 2009 altri quattro punti-vendita: a Collegno (TO), a Villesse (GO), a Rimini e a Salerno, che vanno ad aggiungersi ai quattordici già  esistenti sul suolo italiano.

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Tutela della concorrenza e disciplina antitrust (IV)

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La seconda fattispecie di atto contrario alla libera concorrenza èl’abuso di posizione dominante. Si dice che un operatore economico ha assunto una “posizione dominante” in un dato settore di mercato quando ha acquistato un tale dominio in quell’ambito da essere in grado, letteralmente, di non temere la concorrenza: spesso i consumatori identificano il tipo di prodotto con quel produttore, tanto da far sଠche egli possa attuare le politiche di marketing che preferisce senza che le contromosse dei concorrenti lo possano impensierire, quasi si agisse in monopolio.

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Il web potrebbe salvare il settore moda in crisi

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Prima della crisi, il settore della moda (di certo un ambito di punta dell’export italiano) guardava al futuro con straordinario ottimismo: non solo grazie alla fetta di mercato imponente raggranellata negli anni nei mercati di sbocco tradizionali, come gli Stati Uniti e il Nord Europa, ma anche e soprattutto per le ghiotte prospettive che sembravano aprirsi in mercati emergenti come la Russia e la Cina, dove plotoni di nuovi ricchi sembravano non aspettare altro che acquistare e sfoggiare un qualunque abito oppure un oggetto di profumeria purchè contrassegnato da una prestigiosa firma made in Italy.

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L’apertura domenicale favorisce lo sviluppo

Uno studio pubblicato da Federdistribuzione, l’associazione imprenditoriale che raggruppa i grandi centri commerciali ma anche esercenti di minori dimensioni, dimostra come la domenica sia mediamente il giorno della settimana in cui le vendite sono pi๠elevate, dopo il sabato. A differenza del sabato e dei giorni feriali, perà², l’apertura alla domenica èrelativamente rara, posto che la legislazione vigente e parte dei sindacati vedono con un certo sfavore la deroga al tradizionale riposo domenicale.

In altri Paesi europei, come la Gran Bretagna e la Spagna, lo shopping domenicale èun’abitudine ben pi๠comune che da noi.

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Disoccupazione in crescita, ma alcune aziende assumono

Se le previsioni vedono un’Italia a rischio recessione con un tasso di discoccupazione in forte crescita fino a raggiungere l’8% (nella crisi del ’29 era il 30%) portanto cosଠad avere ben 2.000.000 di persone senza un impiego, esiste un’altra Italia che assume e regala posti di lavoro che in molti casi risultano essere anche a tempo indeterminato.

E’ la grande distribuzione a far da padrone in questa situazione come ad esempio IKEA, Media World e i settori legati all’energia come Enel ed Eni che nella scorsa settimana abbiamo visto in forte crisi.

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Arriva la tassa sulle auto di lusso

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E’ una manovra da 500 milioni di euro quella annunciata dal ministro per lo sviluppo Claudio Scajola che va ad aiutare il settore delle auto in forte crisi che ha detta del presidente di Confindustria Marciegaglia offre lavoro a 300.000 persone tra dipendenti diretti e dell’indotto.

La manovra prevede un aumento del bonus per l’acquisto di una macchina ecologica fino a raggiungere i 1400/1500 euro in caso di rottamazione di autovetture pi๠vecchie del 1999. Non èspecificata alcuna tassa per chi possiede una macchina di lusso, ma il ministro Scajola ha parlato di un malus di 500 euro per coloro che possiedono un’auto di grossa cilindrata quindi inquinante.

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Calo clamoroso dei fatturati a Novembre

Proprio ieri parlavamo di un dato molto preoccupante sull’aumento del numero dei fallimenti in Italia causati per la maggior parte dall’incessante diminuzione dei consumi. Oggi, invece, siamo costretti a mostrarvi un altro triste dato che arriva dalla conseguenza della crisi finanziaria e della conseguente crisi dei consumi mondiale.

Le industrie italiane durante il mese di Novembre hanno registrato una diminuzione dei propri fatturati di ben il 13,9% rispetto allo stesso mese del 2007 con un calo degli ordini del 6,3%. Numeri che mostrano chiaramente che la crisi èancora in corso e che èdifficile da digerire.

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Fallimenti raddoppiati nel 2008

La crisi finanziaria che sta colpendo tutto il mondo, nel mondo reale questo si traduce in una grossa crisi dei consumi per la quale abbiamo già  speso molte parole.

Stanno rinascendo nuovi punti vendita che offrono la possibilità  ai propri clienti di posticipare il pagamento a fine mese, il petrolio continua a scendere e molti non hanno pi๠fiducia una grande fiducia nelle banche.

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato che il futuro della crisi dipende anche da come la popolazione reagisce ai consumi auspicando che la gente si comporti nella stessa maniera, specificando altresଠche chi non ne ha la possibilità  èovvio cambiare il proprio comportamento.

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Il ritorno dei negozianti a credito

Negli ultimi trent’anni, la comparsa prima dei supermercati e poi degli ipermercati ha condannato ad una lenta agonia l’intero comparto dei piccoli esercenti: quell’esercito di botteghe sotto casa in cui la tipica massaia italiana si recava ogni mattina instaurando un rapporto di fiducia e conoscenza anche personale col gestore e i suoi commessi.

Oggi le casalinghe sono sempre di meno e il tempo a disposizione per fare la spesa èmeno ancora. Quindi, la soluzione dei grandi centri commerciali èspesso pi๠comoda, veloce ed economica, condannando i piccoli negozianti all’oblio.

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Precari e immigrati le prime vittime della crisi

Secondo le drammatiche previsioni del centro studi di Confindustria, fra la seconda metà  del 2008 e i primi sei mesi del 2009 si perderanno in Italia circa seicentomila posti di lavoro.
Se dunque ben pochi dipendenti possono dire di dormire sonni tranquilli, èchiaro che comunque alcune categorie dovrebbero soffrire pi๠di altre il momento di difficoltà  che stiamo vivendo.

Il primo anello debole della catena dell’occupazione, in particolare, sembra essere il lavoratore straniero, specie se extracomunitario, dotato di qualifiche generiche.

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Boom del last-minute nel commercio

Confinata fino a qualche mese fa nel ristretto ambito del turismo, la formula del last-minute sta oggi spopolando in ogni settore, soprattutto in quello alimentare, e si sta rivelando un affare notevole tanto per le imprese quanto per le famiglie.

àˆ una soluzione low-cost che sta acquisendo sempre maggiore interesse, tanto per i negozianti (che si ritrovano spesso e volentieri con gli scaffali pieni di merce invenduta) quanto per i clienti in difficoltà  ad arrivare alla fine del mese (per alcune famiglie, addirittura, si dice che sia un problema già  arrivare alla seconda settimana).

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