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Costi per natura, speciali e comuni, diretti e indiretti

Dopo aver analizzato i problemi generali della classificazione dei costi di produzione, vediamo le metodologie pi๠diffuse.

Il primo criterio èil pi๠semplice, intuitivo e oggettivo: la classificazione per natura. Distinguiamo, percià², i costi sulla base delle relative origini: costi del personale, di ricerca, per servizi professionali, per utenze eccetera. Ovviamente, possiamo scegliere se ripartire i costi in mille piccole voci omogenee oppure in grandi blocchi pi๠variegati. Va anche notato che tale ripartizione èagevolata dal fatto che in contabilità  e in bilancio tutte le spese sono già  classificate proprio per natura.


Spesso, perà², èpi๠utile ripartire i costi in grandissime ed eterogenee categorie: per esempio, distinguiamo i costi speciali e i costi comuni (o generali). I costi speciali sono quelli sostenuti per una specifica produzione (come la manodopera diretta di un certo prodotto), mentre quelli generali concernono l’intera azienda o comunque pi๠produzioni (come i servizi di pulizia). Per ripartire i costi comuni fra pi๠produzioni si puಠricorrere a numerosi parametri (ad esempio, in proporzione ai costi speciali), ma per quanto raffinati questi possano essere – e la dottrina aziendalistica ha sfornato infinite opere sull’argomento – èindiscutibile che rimane sempre una dose talvolta massiccia di arbitrarietà .


Una classificazione analoga èquella fra costi diretti e costi indiretti. I primi sono quelli che si possono attribuire ad una data produzione senza nessun dubbio possibile (se realizziamo un prodotto X in legno e un prodotto Y in bronzo, èchiaro che tutte le spese per l’acquisto di legno vanno attribuiti a X), mentre i secondi, come già  accennato, richiedono il ricorso a parametri pi๠o meno soggettivi. Va notato come tutti i costi comuni siano indiretti, mentre i costi speciali possono essere diretti o indiretti.

Fonte: nostra elaborazione