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Caos nelle concessioni dei servizi museali

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Tutti i servizi aggiuntivi di cui si puಠfruire nei musei pubblici (bar, librerie, merchandising ecc.) sono affidati in concessione tramite periodiche gare pubbliche di appalto. Ma ormai da tempo si registra in questo settore il caos assoluto.

Moltissime concessioni sono scadute, e non c’ nuova gara di appalto che non finisca davanti al TAR per ricorsi e controricorsi.


Sono allo studio da parte del ministero dei Beni Culturali nuove regole per le gare e nuovi criteri per la scelta dei concessionari, ma allo stato attuale la realtà  èche le concessioni esistenti vengono spesso prorogate tacitamente sine die, per non assestare una botta pesante alla nostra industria turistica.
Si puಠfacilmente immaginare, infatti, quale sarebbe il danno all’immagine della nostra organizzazione turistica se i visitatori stranieri se non trovassero neanche un bar alle rovine di Pompei oppure un negozio di merchandising presso gli Uffizi. Va anche ricordato che, soprattutto per i musei minori, si tratta frequentemente di entrate cruciali per la sopravvivenza.

Ma queste proroghe sono tutt’altro che gradite all’Autorità  per la Concorrenza e il Mercato, che ha sollevato il tema parecchie volte, dato che per il garante Antitrust ciಠviola i pi๠elementari diritti degli aspiranti nuovi concessionari. Basti dire che le concessioni presso il museo di Boscoreale (NA) sono scadute nel marzo 2000 e tuttora non si èavuto il rinnovo.


D’altronde, i nostri musei sono molto indietro rispetto ai concorrenti esteri anche per altri versi. Guide e didascalie in lingua straniera introvabili, orari e giorni di apertura spesso insensati, file interminabili per i biglietti, rarità  della possibilità  di prenotare on line.

Tutti aspetti su cui occorrerà  lavorare a fondo, dato che la Francia, nostra concorrente pi๠diretta, ci surclassa sotto tutti i punti di vista.