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La riforma RC auto a chi fa bene? Alle imprese o alle assicurazioni?

La riforma delle assicurazioni per la politica èun tormentone. Il primo a parlare di una rivoluzione sistematica del settore èstato addirittura Letta alla fine del 2013 ma da allora poco èstato fatto. Adesso il Governo ha in mente qualche ritocco ma c’èda chiedersi chi se ne avvantaggerà . 

L’obiettivo della riforma delle assicurazioni dovrebbe essere quello di ridurre il dislivello tra le polizze europee e le polizze italiane per le automobili. La disparità  dell’RC auto èuna piaga per le imprese e per i consumatori. Il disegno di legge punta ad instaurare un meccanismo premiante per gli automobilisti virtuosi e a ridurre le frodi in ambito assicurativo.

Nel disegno di legge c’èqualche elemento che fa ben sperare le imprese: l’obbligo per gli agenti plurimandatari di dare un’informazione corretta, trasparente e completa al cliente su tutti i premi offerti dalla compagnia per cui lavoro confrontando i suoi prezzi con almeno altre due compagnie prima della firma del contratto.

Ci sono poi gli sconti obbligatori da applicare da parte delle compagnie assicurative in casi particolari: quando ad esempio si accetta di sottoporre il veicolo ad ispezione, oppure quando si accetta di istallare la scatola nera, quando si accetta di mettere sulla vettura un meccanismo che stoppa l’accensione se il tasso alcolemico supera i livelli di guardia, oppure ancora quando si accetta di usare per le riparazioni le carrozzerie convenzionate.

La vera e grande novità  resta comunque la tutela dei risarcimenti in caso di incidenti stradali anche se il Governo non ha ancora predisposto la tabella unica delle menomazioni all’integrità  psicofisica che determina il valore finale del risarcimento e tutta la questione èancora da definire.