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Esportazioni a picco

esportazioni in calo

Il 2009 si sta rivelando l’annus horribilis delle esportazioni dei prodotti italiani verso l’estero.

L’ISTAT ha stimato che nei primi nove mesi dell’anno in corso le esportazioni siano calate mediamente addirittura del 23,1% rispetto all’omologo periodo del 2008.


Il calo appare pi๠pesante per le cessioni verso gli altri Paesi comunitari (-26%) mentre èpi๠lieve ma rimane comunque elevatissimo per le esportazioni extracomunitarie (-20%): fra questi ultimi, sono perಠcrollate sensibilmente le vendite che pi๠crescevano negli anni addietro, e cioèquelle verso alcuni specifici Paesi emergenti (Russia, India, Turchia, l’intero Sudamerica), sebbene le esportazioni verso la Cina mostrino comunque un lieve incremento. In ambito europeo, invece, soffrono soprattutto i rapporti commerciali verso Spagna, Gran Bretagna e Germania.


Controllando, perà², la realtà  italiana, emerge come questa crisi non si presenti affatto in misura omogenea nel territorio nazionale. Il crollo delle esportazioni, infatti, si rivela di livello apocalittico soprattutto nell’Italia insulare: sono infatti proprio la Sardegna e la Sicilia le due Regioni che pi๠accusano il colpo, con un calo rispettivamente del 50% e del 41%.

Al contrario, c’ una Regione, la Liguria, che riesce addirittura a mettere a segno un valore positivo: da gennaio a settembre, infatti, le esportazioni provenienti da Genova e dintorni sono cresciute quest’anno di quasi il 9%.

Oltre a quella geografica, l’altra analisi rilevante concerne i settori in cui la crisi delle esportazioni si sta dimostrando pi๠gravosa.

La maglia nera va al coke e ai derivati del petrolio, la cui riduzione delle cessioni oltreconfine ammonta al 44%; percentuali negative molto rilevanti si denotano anche nelle produzioni provenienti dai settori della metallurgia, dei mezzi di trasporto e del tessile