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Crescono i blocchi ai pagamenti della P.A.

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àˆ ormai a regime da diversi mesi una delle norme introdotte dal D.L. 262/2006, voluta dall’ex viceministro Vincenzo Visco nel quadro delle misure contro l’evasione fiscale.

La legge, oggi contenuta nell’articolo 48-bis del DPR 602/1973, impone a tutti gli enti della Pubblica Amministrazione statale, regionale e locale di effettuare una verifica prima di procedere al pagamento di somme superiori a diecimila euro, per qualunque motivo erogati (acquisti, stipendi, rimborsi…).

L’ente intenzionato al pagamento, infatti, ha oggi il compito di verificare se la controparte non abbia debiti fiscali, e pi๠precisamente non risulti inadempiente ai versamenti richiesti da cartelle di pagamento a lui notificate; in quest’ipotesi, l’ente pubblico ha il dovere di sospendere il pagamento fino a che questa situazione non sia risolta.

La finalità  della norma èvidente: l’Amministrazione Finanziaria si riserva la possibilità  di pignorare le somme in questione, ipotesi pi๠facilmente percorribile rispetto alla prospettiva di espropriare e mettere all’incanto i beni del contribuente.

Da alcuni mesi, la società  pubblica di riscossione Equitalia SpA ha avviato un servizio di verifica degli inadempimenti a disposizione di ogni ente pubblico in Italia; dopo una prima fase di rodaggio, oggi il sistema èpienamente a regime e sempre pi๠frequentemente i funzionari dei singoli enti provvedono a richiedere le informazioni necessarie per il rispetto della legge.


E lentamente i frutti dell’iniziativa arrivano ad emergere: si calcola che al momento siano già  state compiute oltre settecentomila verifiche (al ritmo di circa quattromila al giorno) e che circa nel 2% dei casi si sia giunti al blocco dei pagamenti.

Una percentuale che puಠapparire ridotta, ma che di fatto significa che ben quindicimila richieste di pagamento da parte di altrettanti cittadini e società  non in regola col Fisco sono state rinviate al mittente.