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Promuovere le pari opportunità  conviene all’azienda

lavoratrice donna

Quello delle pari opportunità  èun capitolo assolutamente sfumato all’interno delle relazioni interaziendali.

La legge, infatti, promuove l’adozione, da parte dei datori di lavoro, di “azioni positive” che favoriscano il raggiungimento dell’effettiva parità  sul luogo di lavoro fra uomo e donna, soprattutto a favore delle giovani mamme o delle lavoratrici in procinto di sposarsi, spesso destinatarie di ingiustificati licenziamenti.


Nulla si dice, perà², su cosa debbano essere queste fantomatiche azioni positive, in quanto il legislatore ha voluto lasciare alle singole imprese, valutate le proprie esigenze e problematiche, il compito di individuare le soluzioni personalizzate da adottare.

Un’analisi condotta da Confindustria ha portato a risultati molto interessanti da conoscere. Sono ormai numerose le ditte che hanno adottato un ampio ventaglio di azioni positive, fornendo degli esempi che altre aziende possono studiare e applicare adattandoli alle proprie esigenze.


Fra le soluzioni pi๠diffuse e diffondibili, per esempio, si riconoscono: i piani di rientro graduale dalla maternità ; il telelavoro da casa, per coniugare necessità  â€œcasalinghe” e impegni professionali; istituzione di una “banca delle ore”, per gestirsi liberamente e in maniera flessibile il proprio tempo; asili-nido aziendali, e cosଠvia.

Se èvidente che adottare tali soluzioni comporta per l’azienda il sostenimento di costi, l’analisi dimostra tuttavia che l’impresa ci guadagna sotto altri punti di vista.

Le dipendenti trovano infatti molta pi๠soddisfazione presso le società  che garantiscono di venire loro incontro, e questo si traduce innanzitutto in maggiore produttività  e, in secondo luogo, in maggiore fedeltà  all’azienda, che si trova cosଠa risparmiare i tempi e i costi legati alla sostituzione di una lavoratrice esperta e alla formazione della subentrante.