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Liberalizzazioni fra passi avanti e marce indietro (I)

Nei due anni travagliati dell’ultimo Governo Prodi, i provvedimenti che pi๠di altri sono riusciti ad accattivarsi simpatie bipartisan e il consenso dell’opinione pubblica sono le cosiddette “lenzuolate” di liberalizzazioni varate dall’ex ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani.

In realtà , èpi๠corretto parlare pi๠in generale di misure a favore dei consumatori, in quanto alcune hanno effettivamente eliminato alcuni vincoli legislativi all’esercizio dell’attività  di impresa (le liberalizzazioni in senso stretto), mentre altre ne hanno aggiunto di nuovi a vantaggio della clientela: si pensi al divieto per i gestori di telefonia mobile di far pagare al consumatore i costi di ricarica.


La nuova maggioranza parlamentare sta ora traendo le somme delle conseguenze sul mercato dei provvedimenti targati Bersani, per verificare quali mantenere o potenziare e quali invece revocare. Vediamo dunque di fare un punto della situazione, perlomeno sulle materie di pi๠ampio interesse per le imprese, i professionisti e i cittadini-consumatori.

Nel settore dei professionisti, nessuno intende toccare l’abolizione del divieto di pubblicità  nè la possibile costituzione di società  fra lavoratori autonomi operanti in ambiti differenti, mentre molte critiche continuano ad arrivare sulla soppressione delle tariffe minime, soprattutto da parte dell’Ordine professionale degli avvocati, che chiede senza mezzi termini di ripristinarle.


Poche contestazioni anche per le regole generali sul commercio: l’abolizione della distanza minima degli esercizi, la semplificazione delle procedure di inizio attività  e l’eliminazione di molti vincoli sull’assortimento delle merci e sulle vendite promozionali godono tuttora di ampio sostegno; discorso analogo per la profonda liberalizzazione nel settore della panificazione. Va tuttavia notato come l’attuazione concreta di queste misure sia affidata in larga misura alle Regioni, e non tutte hanno ancora recepito in pieno il dettato legislativo.