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Evasione fiscale del 2008, crescita senza fine

Possono essere letti in due modi, i pesantissimi dati sull’evasione fiscale del 2008 resi pubblici nel corso della tradizionale conferenza-stampa di fine anno del Comandante della Guardia di Finanza, il generale Cosimo D’Arrigo.

Vedendo il bicchiere mezzo vuoto, si ha la percezione dell’inguaribile tendenza italica a cercare quando possibile di schivare l’imposizione fiscale. Dall’altro lato, èpossibile apprezzare la crescita dei risultati dell’azione sul territorio da parte delle Fiamme Gialle.

àˆ proprio su questo punto che si sofferma l’attenzione del generale D’Arrigo, che segnala “una mirata e penetrante attività  di programmazione delle attività  di contrasto all’evasione”, con sensibili miglioramenti della resa media di ogni controllo (+30% circa).


Ma veniamo ai dati. Nel 2008 sono stati scoperti 6.414 evasori totali per redditi evasi pari a 8,8 miliardi di euro: circa il 30% in pi๠rispetto allo scorso anno. L’IVA evasa e accertata èstata pari a 4,3 miliardi (record storico) mentre per le violazioni sull’IRAP si arriva all’incredibile dato di 19,4 miliardi.

Triplicati i risultati sui controlli in merito alle multiformi tipologie di evasione attuate con operazioni internazionali, cosଠcome sono aumentate del 45% le imposte evase grazie a fatture d’acquisto su operazioni inesistenti rilasciate da fornitori compiacenti.

Quasi due miliardi di euro, invece, sono stati sottratti all’imposizione grazie a compensazioni con crediti d’imposta inesistenti o gonfiati.


Insomma, sembra proprio che la costante repressione del reato scoperchi anno dopo anno infinite situazioni d’illecito di cui molti imprenditori sembrano non poter fare a meno.
Ma l’azione della Guardia di Finanza ha tutelato l’impresa italiana sana anche agendo in altre direzioni: D’Arrigo segnala il sequestro di beni con marchi “made in Italy” contraffatti per un valore di 65 milioni di euro, mentre beni per oltre due miliardi di euro sono stati confiscati alle varie mafie.