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In aumento in Italia i debiti non onorati

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La notizia rimbalza su tanti quotidiani nazionali, e si riferisce ad un sondaggio pubblicato in questi giorni da Unioncamere: gli assegni a vuoto sono in diminuzione, con una riduzione di pi๠dell’11%, ma l’importo medio di questi èinvece aumentato del 10%, con il risultato finale che l’aumento degli assegni a vuoto in generale risulta comunque un dato sempre in crescita, con percentuali di aumento del 5,2% riguardo al numero degli assegni a vuoto emessi, ed un 12,7% dell’importo medio rispetto ai dati dello scorso anno. Secondo le stime ciಠsignifica un capitale di pi๠di 2 miliardi di € non onorato.

Un altro dato altrettanto negativo lo toccano le cambiali, che sono sia aumentate di numero, 15% in pià¹, sia nell’importo medio, addirittura il 38% in pià¹. Il dato fa sଠche la soglia di capitale non pagato tocca quasi il miliardo di euro contro i quasi 700 milioni dello scorso anno.

Sono dati che rendono evidente come gli italiani facciano sempre pi๠difficoltà  ad onorare i debiti contratti, e questo non èaltro che uno dei segnali che la crisi èben lungi dall’essere terminata.

Il problema dei debiti puಠessere poi un grosso pericolo dal punto di vista della ripresa economica, in particolare, quando i debitori sono le imprese, piccole o piccolissime, di cui per molti versi ècomposto il panorama imprenditoriale italiano.

Si èdavanti a dati che fanno pensare come un rilancio di questa imprenditorialità  di base, piccola, piccolissima e “micro”, sia ancora lontano.

L’aumento dei debiti significa anche che puಠin poco tempo svilupparsi una pericolosa spirale per cui, essendo impossibilitati ad onorare un debito, si dovrà  ricorrere ad un altro prestito, con le conseguenze di aumentare inesorabilmente il capitale da restituire.

Essere indebitati significa anche consumare di meno, in termini di risorse, materie prime e prodotti finiti, con la evidente conseguenza che tale aumento dell’insolvibilità  in generale alla fine si farà  sentire non solo sui diretti interessati, ma sull’intero sistema economico.

Che fare? Sicuramente positivo èmantenere la calma e la fiducia in una ripresa, e favorire il sistema dei prestiti anche di fronte a questa pericolosa parabola discendente garantendone la continuità . Una chiusura o una maggiore rigidità  dei finanziamenti adesso non aggiungerebbe altro che ulteriore instabilità  ad un edificio di per se già  traballante.

Un altra ipotesi, di cui probabilmente sentiremo parlare sempre pi๠spesso nei prossimi mesi, qualora non ci fossero cambiamenti radicali nell’andamento generale, sarà  probabilmente l’erogazione di microcrediti sullo stile di quelli da anni utilizzati nei paesi sottosviluppati: capitali limitati, interessi contenuti, e limitate garanzie.

Una strada che potrebbe risultare vincente, permettendo lo sviluppo di una rete di nuove imprese che talvolta hanno creatività , volontà  di riuscita, e potenzialità  notevoli ma non hanno le basi finanziare con cui far partire il loro progetto.

Fonte dei dati: Sole 24ore/Repubblica