Home » Finanziamenti europei per avviare l’impresa

Finanziamenti europei per avviare l’impresa

Il ministro Maurizio Sacconi e i suoi colleghi comunitari hanno deliberato lo stanziamento di circa cinquecento milioni di euro per favorire lo sviluppo di nuove aziende di piccole e piccolissime dimensioni.

I fondi saranno erogati a partire dal prossimo giugno, sotto forma di prestiti agevolati gestiti dalla Banca Europea per gli Investimenti e versati mediante gli istituti di credito nazionali e locali che saranno selezionati nei prossimi mesi. Il finanziamento concesso al singolo aspirante imprenditore non puಠsuperare venticinquemila euro: si calcola che alla fine dovrebbero essere stanziati in tutto circa quarantacinquemila prestiti.


Lo scopo èfavorire quei soggetti marginali che normalmente non hanno accesso ai finanziamenti bancari, o lo hanno a prezzi molto elevati: si tratta dei disoccupati che intendono mettersi in proprio, con un proprio progetto da sviluppare e poche speranze di riuscirci davvero.

L’accordo non prevede come ripartire i fondi nel territorio comunitario: l’idea èquella di garantire un certo equilibrio geografico, ma il dettaglio èancora da definire. Non ènemmeno stato stabilito se privilegiare determinati settori rispetto ad altri, per cui èpresumibile che, a parità  di condizioni, tutti i progetti presentati avranno le stesse possibilità  di essere accolti.

Oltre ai finanziamenti, l’accordo europeo prevede anche l’avvio di attività  di formazione e tutoraggio a favore dei beneficiari, per assicurare maggiori possibilità  di sviluppo e radicamento delle microaziende finanziate.


Il ministro Sacconi si èdichiarato soddisfatto dell’accordo, ma ritiene indispensabile apportare dei miglioramenti ad alcune logiche di erogazione dei fondi europei. Ad esempio, la tutela dell’occupazione femminile avviene per settori e non per aree geografiche, cosà¬, mentre le lavoratrici del Mezzogiorno (dove i tassi di disoccupazione sono altissimi) non hanno tutele particolari, mentre “ci permettiamo di incentivare il lavoro delle donne negli altiforni o nelle miniere”.