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Ad Orientagiovani proposte sempreverdi sulla formazione

giovani

Si ètenuta nei giorni scorsi a Vicenza la sedicesima edizione di “Orientagiovani”, incontro di discussione promosso da Confindustria. Lo scopo di quest’evento che si ripete con cadenza annuale dal 1994, èdi individuare e promuovere le prospettive di lavoro e di sviluppo pi๠promettenti per le nuove generazioni.

Si tratta di una preziosa occasione, rivolta soprattutto alle scolaresche e agli studenti universitari, per venire a contatto per un giorno con le realtà  imprenditoriali e cominciare a trarre qualche considerazione pi๠concreta su “cosa fare da grandi”.


L’edizione di quest’anno era incentrata principalmente sulla formazione di genere tecnico, che nel nostro Paese ètradizionalmente molto carente se messa in comparazione con i livelli raggiunti da altri Stati, come la Germania, le nazioni scandinave o il Giappone.

La proposta di Confindustria (obiettivamente, tutt’altro che originale) èquella di favorire un maggiore contatto fra la realtà  scolastica e i laboratori universitari da un lato e le industrie attive sul mercato dall’altro, con lo scopo di coniugare basi teoriche ed esigenze effettive di mercato.


E un ruolo indispensabile deve essere poi attribuito allo Stato, che deve fornire molte pi๠risorse alla ricerca e alla formazione tecnica, fin troppo sacrificate negli anni passati per esigenze di bilancio, ma anche promuovere un maggiore appeal delle materie scientifiche presso i giovani, mettendo ad esempio in luce le notevoli prospettive occupazionali per gli studenti pi๠bravi.

Anche le altre proposte emerse ad Orientagiovani sono suggerimenti ben conosciuti e sempreverdi: sostenere la mobilità  sociale, abolire il valore legale dei titoli di studio a partire dalla laurea, istituire un nuovo sistema di certificazione delle conoscenze e competenze delle persone (laureate o no) affidato ad agenzie indipendenti.