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Verso il potenziamento del redditometro

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In una recente intervista al “Corriere della Sera”, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera ha risposto a molte domande sulla lotta all’evasione fiscale, prospettando un impiego sempre pi๠massiccio dello strumento del redditometro.

Il redditometro èun metodo di ricostruzione del reddito delle persone fisiche basato sulle spese eseguite nel corso dell’anno. Chi acquista quadri antichi, si iscrive a club prestigiosi o si concede un mese di vacanze in un paradiso tropicale e dichiara un reddito troppo scarso ha certamente qualcosa da chiarire, come ha spiegato Befera.


L’Agenzia delle Entrate, con il trascorrere degli anni, ha trasformato il redditometro da strumento ancora rozzo in un’arma precisa e mirata, continuamente migliorata con l’afflusso di crescenti informazioni e la possibilità  di ricorrere a grandi e strutturate banche dati.

Nel 2009 sono previsti in tutto circa quindicimila accertamenti basati sul redditometro, ma si stima ad arrivare a quarantamila entro il 2011.


Anche in ambito parlamentare, molte forze politiche suggeriscono l’adozione di un non ben specificato “redditometro di massa” da applicarsi nei confronti della generalità  dei cittadini, mentre si parla sempre pi๠frequentemente di accantonare gli studi di settore, accusati di riuscire ad offrire informazioni statistiche su intere categorie di contribuenti ma inadatti a ricostruire la posizione del singolo cittadino.

Befera èperಠcontrario all’idea di rinunciare agli studi di settore, e suggerisce invece di impiegarli insieme al redditometro e agli altri strumenti a disposizione dell’Amministrazione Finanziaria.

A riprova di questo, il direttore segnala che nel 2008 circa 73.000 contribuenti sono stati soggetti ad un accertamento basato sugli studi di settore, che ha consentito di recuperare mediamente oltre seimila euro di imposte evase.