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Il diritto alla disconnessione in una legge sul lavoro

In commissione al Senato èstato approvato un disegno di legge sullo smar working nel quale s’introduce il diritto alla disconnessione. Adesso, dopo la pausa estiva si tornerà  a dibatterne in aula alla Camera. Entriamo nel merito della normativa. 

Le norme sullo smart working sono contenute nella seconda parte del Jobs Act che riguarda gli autonomi o meglio in quella che passerà  alla storia della giurisprudenza come “Disegno di legge – Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi”.

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In pratica si impone al datore di lavoro di individuare non soltanto dei tempi di riposo del lavoratore ma anche le modalità  idonee per disconnettersi. In pratica ci devono essere delle misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche del lavoro. Secondo quanto dichiarato nel testo di legge, nel contratto deve essere stabilita per bene la libertà  di disconnessione.

Un altro importante contenuto di questo disegno di legge èl’introduzione della formazione permanente del lavoratore in smart working. In pratica si spiega che questo lavoro pi๠essere svolto in modalità  formali, non formali o informali e prevede che periodicamente siano accertate le competenze acquisite. Degna di nota anche la riformulazione del concetto di lavoro agile:

«Modalità  di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività  lavorativa. La prestazione lavorativa viene eseguita in parte all’interno di locali aziendali e, senza una postazione fissa, in parte all’esterno».