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Ritenute sulle ristrutturazioni, servono chiarimenti

Un’importante misura contro l’evasione fiscale introdotta dalla recente manovra economica riguarda il campo dell’edilizia, settore dove le imposte non pagate raggiungono livelli molto elevati.

In sostanza, la nuova norma prevede questo: considerato che i contribuenti, per fruire delle detrazioni IRPEF del 36% e del 55% per i lavori di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, devono, fra le altre cose, pagare il dovuto con bonifici bancari “speciali” (in cui cioèdevono precisare i dati di cliente e fornitore e il riferimento alla legge di agevolazione), su tali bonifici la banca deve ora operare una ritenuta d’acconto del 10%.


Per poterla scomputare, il beneficiario dovrà  per forza dichiarare quel reddito, facendo auspicabilmente emergere le situazioni irregolari.
Purtroppo, perà², le banche brancolano tuttora nell’incertezza. Occorrono chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, e occorrono immediatamente, dato che la norma èntrata in vigore il primo luglio scorso.

Per prima cosa, non èassolutamente chiaro quale sia l’importo da sottoporre a ritenuta. Si tratta forse dell’intero ammontare del bonifico? In esso, perà², ècontenuta anche l’IVA, e dovremmo cosଠpensare che operi un’inedita ritenuta fiscale su un valore che non costituisce compenso per il beneficiario. Medesimo discorso vale per il contributo integrativo destinato alle casse previdenziali di ingegneri, architetti e altri professionisti.


Se invece, come appare pi๠logico, la ritenuta si applica solo sulla base imponibile, le banche dovranno modificare immediatamente la loro modulistica, perchè il versante precisi nella distinta quali importi vanno sottoposti a ritenuta e quali no, distinzione oggi inesistente.
C’ poi un altro dilemma. Puಠessere che il beneficiario aderisca al regime agevolato per le nuove iniziative, i cui partecipanti sono per legge esenti da ogni ritenuta. In questo caso, la ritenuta si applica ugualmente o no?

Fonte: Il Sole 24 Ore