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Modelli 770 non inviati dai condomini

Secondo le stime, le prestazioni di ogni genere che vedono i condomini nel ruolo di clienti determinano un giro d’affari intorno ai quindici miliardi l’anno. Comprensibile, dunque, che le leggi tributarie abbiano previsto negli ultimi anni un accrescimento degli adempimenti a carico dell’amministratore, al fine di combattere una microevasione molto diffusa.


Oggi l’amministratore, in qualità  di sostituto d’imposta, deve eseguire ritenute d’acconto sulla maggior parte dei compensi erogati: verso i dipendenti (portieri, personale di pulizia…), verso i professionisti (fra cui lo stesso amministratore), verso i collaboratori occasionali, verso le imprese che eseguono lavori e forniture di ogni tipo.

Le ritenute eseguite, e i relativi riversamenti all’Erario, devono poi essere dichiarati ogni anno nel modello 770; e qui sorgono i problemi.

A quanto risulta, infatti, su 1.018.821 condomini dotati di codice fiscale, nel 2009 soltanto 588.920 hanno presentato il modello 770: nessuna presentazione, dunque, da parte di oltre il 42% dei condomini, il che èun dato enorme.
Dovremmo pensare che in tutti questi casi non siano state eseguite ritenute e dunque non vi fosse alcun obbligo d’invio, ma èimprobabile. àˆ pur vero che nei palazzi pi๠piccoli capita frequentemente che il ruolo di amministratore sia esercitato gratuitamente da uno dei condomini, e che non vi siano servizi di pulizia o d’altro genere; ma il dato indicato ètroppo elevato per giustificarlo cosà¬.


Probabile, quindi, che moltissimi lavori vengano eseguiti in nero, senza alcuna ritenuta. L’Agenzia delle Entrate, pertanto, ha annunciato una raffica di controlli: il danno erariale stimato oscilla fra l’uno e i due miliardi.

Per la cronaca, la provincia pi๠ligia èquella di Milano, dove i 770 sono stati omessi dal 22,9% dei condomini, mentre al lato opposto abbiamo il Medio Campidano, con oltre il 74,3% di mancati invii.