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Leggi severe contro gli abusi nelle compensazioni

Dato che, per motivi tecnici, non sono sempre facili da individuare, le violazioni dei contribuenti che evitano di pagare le imposte sfruttando in compensazione nel Modello F24 crediti gonfiati quando non inesistenti sono da qualche tempo nel mirino dell’Amministrazione Finanziaria, che sta moltiplicando i controlli in questo specifico ambito.

L’ex viceministro Visco aveva messo a punto un complesso meccanismo di autorizzazione da porre in essere prima di eseguire compensazioni. Con il piano anticrisi, il suo successore Tremonti ha spazzato via tale adempimento (di fatto mai entrato in vigore) e ha preferito puntare su un appesantimento draconiano delle sanzioni a carico del contribuente infedele.


Se infatti in precedenza tale illecito era del tutto assimilato al mancato versamento dell’imposta, con conseguente sanzione pari al 30% del debito compensato illegittimamente, da un mese circa la sanzione oscilla fra il 100 e il 200% della somma stessa. Ciಠdovrebbe provocare un pesante effetto deterrente, che potrà  comunque essere constatato solo fra qualche mese.

Ma non basta: il termine perchè possano essere eseguite le verifiche e comminate le sanzioni viene elevato al 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello in cui èavvenuta l’indebita compensazione.

Per evitare di incorrere nella collera del Fisco, dunque, sarà  bene che i contribuenti che sanno di non essere in regola con le compensazioni eseguite provvedano a mettersi al riparo al pi๠presto ricorrendo al meccanismo del ravvedimento operoso, finche si èin tempo.


Le nuove e pesantissime sanzioni, comunque, riguarderanno solamente le violazioni compiute dallo scorso 29 novembre, mentre gli illeciti compiuti in precedenza continueranno ad essere sanzionati al 30%, in applicazione del noto principio del favor rei (secondo cui quando si cambia una sanzione, per le situazioni ancora pendenti si applica la norma pi๠favorevole al colpevole).