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Detrarre le spese di manutenzione (II)

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I costi di manutenzione ordinaria si deducono secondo il seguente metodo. Innanzitutto, vanno separate le spese in qualche modo “obbligate” perchè legate a dei contratti periodici sottoscritti con terzi e per il quale il danno da riparare èsolo eventuale: per esempio, le garanzie di assistenza acquistate a pagamento presso un rivenditore di elettronica.

Questi importi sono deducibili nell’anno di competenza senza particolari limiti.


Tutte le altre spese, invece, sono deducibili solo entro un limite annuo pari al 5% di un certo plafond. Il plafond in questione si calcola in questo modo: si considera il 100% del valore dei beni ammortizzabili come risulta al primo gennaio dal registro dei cespiti, al lordo di ogni ammortamento effettuato negli anni precedenti.


Quindi, si sommano gli importi dei nuovi cespiti comprati nell’anno e si sottrae il valore di quelli ceduti. Ma per queste addizioni e sottrazioni i rispettivi valori andranno ragguagliati al periodo infrannuale che ci interessa: se perciಠacquistassimo un computer da 730 euro il 29 dicembre, quest’acquisto concorrerà  al plafond per soli 6 euro (730 : 365 * 3 giorni di distanza dalla fine dell’anno).

Il valore dei beni soggetti alla manutenzione “obbligata” (cosଠcome le abbiamo definite prima) non rientra nel plafond.
Se le spese di manutenzione ordinaria non “obbligate” sono dunque di ammontare inferiore al 5% del plafond cosଠcalcolato, si deducono integralmente senza problemi.

Se invece dovessero superare il limite, l’eccedenza non sarà  deducibile nell’esercizio di competenza, bensଠnei cinque periodi d’imposta successiva. Si dividerà  l’eccedenza, infatti, in cinque quote di pari importo che abbasseranno la base imponibile IRPEF/IRES dei cinque anni a venire.

Ma il discorso vale solo per l’imposta sui redditi: ai fini IRAP, infatti, queste spese si deducono subito e per l’intero senza ulteriori considerazioni.