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Calcolo saldo Imu

Entro il 17 dicembre prossimo tutti i proprietari di immobili dovranno versare il saldo dell’Imu, l’imposta che a partire da quest’anno ha sostituito l’Ici e che si paga anche per le abitazioni principali. Per il pagamento èpossibile servirsi del modello F24 oppure di appositi bollettini postali parzialmente precompilati e a disposizione dei contribuenti presso gli uffici postali dislocati sul territorio nazionale.

Per quanto riguarda il calcolo della somma da versare a titolo di acconto, occorre distinguere a seconda che si tratti di abitazione principale o di seconda casa.


In entrambi i casi occorre partire dalla rendita catastale, che puಠessere recuperata dal rogito oppure da una visura catastale. Tale valore deve essere rivalutato del 5%, ovvero occorre moltiplicare la rendita catastale per 1,05. La rendita catastale rivalutata deve successivamente essere moltiplicata per un valore che varia a seconda del tipo di immobile, ossia 160 per le abitazioni, i box, le cantine e i solai, 55 per i negozi e 80 per gli uffici. Il risultato cosଠottenuto rappresenta la base imponibile Imu, che a sua volta deve essere moltiplicata per l’aliquota stabilita dal Comune in cui èsituato l’immobile, diversa da quella utilizzata per l’acconto di giugno.

A questo punto occorre differenziare a seconda che si tratti di abitazione principale o di seconda casa. In particolare, nel caso dell’abitazione principale occorre detrarre dal risultato ottenuto 200 euro (detrazione prevista per l’abitazione principale), 50 euro per ogni figlio convivente di età  non oltre i 26 anni e l’importo pagato a giugno e a settembre (sempre che sia stato scelto il pagamento in tre rate, altrimenti occorre sottrarre solo l’importo versato a giugno). Si ottiene cosଠla somma che deve essere versata entro il 17 dicembre.

Nel caso della seconda casa, invece, non èprevista alcuna detrazione, per cui occorre sottrarre solo l’importo già  versato a giugno. In tal caso, tuttavia, èprevisto un ulteriore passaggio, in quanto la somma da versare deve essere ripartita tra Stato e Comune: allo Stato spetta lo 0,38% della base imponibile diviso in due rate, mentre al Comune spetta la somma restante dopo aver sottratto la quota da destinare allo Stato.