Home » Turismo forense, la Corte di Giustizia pone un freno

Turismo forense, la Corte di Giustizia pone un freno

Spagna

Avevamo già  trattato della nuova moda diffusa fra i laureati in Giurisprudenza di ottenere l’iscrizione all’albo degli avvocati in Spagna (dove non esistono tirocini nè esami di Stato) per poi chiedere il riconoscimento di tale iscrizione anche in Italia: un escamotage già  adottato da centinaia di giovani per esercitare la professione legale saltando a pièpari un percorso formativo altrimenti durissimo.


Ma il fenomeno non èsolo italiano; e recentemente èintervenuta la Corte di Giustizia europea, stabilendo un principio che potrebbe porre un argine importante a questa pratica che alcuni giornali chiamano “turismo forense”.

Il caso esaminato dalla Corte di Bruxelles riguardava un giovane polacco che chiedeva di esercitare il tirocinio legale in Germania, incontrando il parere contrario dell’ordine forense tedesco.

Il motivo alla base èmolto semplice: la laurea in leggi ottenuta in Polonia non conferisce certo la conoscenza del diritto vigente in Germania, cosicchè il relativo diploma non èstato considerato equipollente a quello conseguibile in un’università  di Berlino o di Amburgo.


Su ricorso dell’aspirante avvocato, la Corte di Giustizia ha dato ragione proprio all’Ordine tedesco: gli ordini professionali nazionali, èstato sancito, possono valutare liberamente il valore delle lauree conseguite nel resto del territorio comunitario ed ammetterne o bocciarne le equipollenze con le lauree nazionali.

Le conseguenze possono essere significative anche in Italia: già  da tempo l’ordine italiano degli avvocati aveva lamentato il turismo forense verso la Spagna, e ora la sentenza di Bruxelles potrebbe dare fiato alla tesi secondo cui ad un titolo di abilitazione acquisito in Spagna non dovrebbe conseguire il permesso all’iscrizione anche in Italia, stante le diversità  sia delle legislazioni nazionali che dei percorsi formativi.