San Marino cerca l’intesa con l’Italia

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La Repubblica del Titano vive in questi mesi un periodo finanziario difficilissimo. Lo scudo fiscale adottato dal Governo italiano e le analoghe misure varate dagli esecutivi di mezzo mondo si stanno rivelando un colpo durissimo alle economie dei piccoli Stati che hanno fondato le proprie fortune sulla competitività  fiscale e finanziaria.

Se formalmente i rapporti fra il nostro Paese e la piccola enclave collocata fra Marche e Romagna sono ampiamente cordiali, la verità  èche San Marino sta oggi cercando un sistema per uscire dalla palude in cui èfinito e ritrovare un proprio spazio competitivo di genere diverso da quello che tanta fortuna ha avuto nei decenni passati.

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Le esportazioni in Cina non conoscono crisi

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La crisi globale per definizione, non ha risparmiato nessun angolo del pianeta.

Esiste perಠuna differenza abissale fra i Paesi in cui già  l’economia ristagnava, come l’Italia, e quelli in cui era in corso un autentico boom economico, che attualmente èsoltanto un po’ rallentato. E la Cina, come tutti sanno, èl’archetipo di questa seconda categoria.

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Cambiamento climatico e costi dell’energia influiscono sul sistema della delocalizzazione industriale

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Secondo un articolo del Financial Times apparso ieri, le grandi industrie manifatturiere, spinte dalla crisi finanziaria, dalla recessione economica e dai cambiamenti ambientali e climatici, stanno prendendo in grande considerazione un cambiamento radicale nei sistemi di approvvigionamento dei prodotti e di localizzazione della produzione.
Fino a pochi anni fa negli Stati Uniti per esempio, il Messico, che pur rappresentava grandi vantaggi a livello di costo del lavoro e di risparmio per le ditte manifatturiere, non era per niente in grado di competere con la Cina riguardo ai costi.

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Il made in Italy tiene duro sui mercati internazionali

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I tempi sono duri per tutti, ma la riduzione degli ordinativi di prodotti italiani da parte di importatori stranieri non èsuperiore a quella degli altri Paesi nostri diretti concorrenti; anzi, in alcuni settori ce la siamo cavata meno peggio di tanti altri.

Lo rivela un’indagine diffusa nei giorni scorsi dall’associazione delle Camere di commercio italiane all’estero, con la collaborazione di Unioncamere.

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Le aziende italiane alla conquista della Russia

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Dal 5 al 9 aprile si ètenuta la pi๠imponente trasferta all’estero che le rappresentanze dell’imprenditoria italiana abbiano mai compiuto. L’obiettivo era la Russia, mercato europeo emergente per eccellenza.

Le aziende del nostro Paese hanno già  avviato da tempo proficui rapporti con i partner dell’ex blocco sovietico, ma Confindustria ha deciso che èvenuto il tempo di una conquista pi๠massiccia.

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