Conciliazione obbligatoria e licenziamento economico

In virt๠di quanto previsto dalla riforma del lavoro targata Fornero, a partire dal 18 luglio 2012 in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo di carattere economico, ossia per ragioni inerenti all’attività  produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa, scatta per le imprese con pi๠di 15 dipendenti l’obbligo di conciliazione dinanzi alla Direzione territoriale del lavoro.

In particolare, l’azienda deve anzitutto comunicare alla Dtl competente per territorio la volontà  di procedere al licenziamento per giustificato motivo oggettivo, indicando i motivi e le eventuali misure che verranno adottare per favorire la ricollocazione del lavoratore nel mercato del lavoro.

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Coefficiente di rivalutazione TFR gennaio 2013

Il tasso di rivalutazione del trattamento di fine rapporto a gennaio 2013 èstato fissato al 3,302885%. Tale dato va ad interessare i lavoratori dipendenti che hanno cessato in via definitiva lo svolgimento della loro prestazione lavorativa nel periodo compreso tra il 15 dicembre 2012 e il 14 gennaio 2013 e che hanno diritto al pagamento del TFR.

Tale coefficiente di rivalutazione, ricordiamo, serve a garantire un corretto adeguamento all’aumento del costo della vita della quota di TFR accantonata nel corso dell’anno e quindi non ancora sottoposta alla rivalutazione su base annua che viene effettuata al 31 dicembre di ogni anno.

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Fac-simile lettera di licenziamento badante o colf

Nel caso in cui si voglia procedere al licenziamento di una badante, di una colf o di altro lavoratore domestico, il datore di lavoro deve darne comunicazione all’interessato e deve fornire a quest’ultimo un periodo di preavviso di durata variabile a seconda dell’anzianità  di servizio e del numero di ore settimanali lavorate.

Nel caso in cui non sia possibile fornire un periodo di preavviso, ènecessario corrispondere al lavoratore un’indennità  di mancato preavviso consistente nel pagamento di una somma di denaro pari alla retribuzione che gli sarebbe stata corrisposta se avesse lavorato durante un periodo pari a quello del preavviso spettante.

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Preavviso lavoro domestico

Anche la disciplina del lavoro domestico prevede che in caso di risoluzione del contratto per volontà  di una delle due parti, il contraente che recede deve fornire all’altro soggetto un periodo di preavviso di durata variabile a seconda del caso in cui si tratti di licenziamento o di dimissioni, delle ore di lavoro settimanali previste dal contratto e dell’anzianità  del lavoratore.

In particolare, in caso di licenziamento e di prestazioni che superano le 25 ore settimanali, la durata del preavviso èdi otto giorni di calendario in caso di anzianità  fino a cinque anni e di quindici giorni di calendario in caso di anzianità  oltre i cinque anni.

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Licenziamento discriminatorio

Per licenziamento discriminatorio si intende quello intimato nei confronti di un lavoratore per motivi riconducibili a determinate caratteristiche o situazioni che la legge invece intende tutelare.

Riuscire ad elencare tutti le ipotesi di discriminazione vietate dalla legge risulta impossibile, dal momento che occorre di volta in volta valutare con attenzione ogni singolo caso. Tra le discriminazioni pi๠tutelate citiamo quelle di genere, in base al’orientamento sessuale, le discriminazioni politiche, religiose, sindacali, in base alla razza, all’origine etnica, basate sulle caratteristiche fisiche e quelle basate sullo stato di salute.

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Cause di annullamento delle dimissioni

Le dimissioni rassegnate dal lavoratore dipendente possono essere annullate con ricorso al giudice in determinati casi espressamente previsti dalla legge.

Figura tra questi il caso delle dimissioni rassegnate da un lavoratore in stato di incapacità  naturale, oppure rese dal lavoratore in stato di incapacità  di intendere e di volere, ai sensi di quanto previsto dall’art. 428 del codice civile.

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Cassa integrazione anche se non si supera il periodo di prova

La cassa integrazione salariale aziendale spetta anche ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato e licenziati per mancato superamento del periodo di prova. A chiarirlo èstato l’Inps con messaggio n. 16606 del 12 ottobre 2012 pubblicato in risposta ad alcuni quesiti.

L’istituto previdenziale, in particolare, ha anzitutto premesso che la giurisprudenza di legittimità  separa le due fattispecie, considerando il recesso dal rapporto di lavoro durante il periodo di prova cosa ben diversa dal licenziamento dal rapporto definitivo, soprattutto in considerazione di quello che èl’obiettivo del periodo di prova, ovvero valutare le capacità  lavorative del soggetto.

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Nuovo processo per i licenziamenti

La riforma del lavoro ha introdotto alcune novità  in merito al processo civile instaurato per controversie sui licenziamenti. Il giudizio di primo grado, in particolare, consisterà  in due distinte fasi, una pi๠rapida che si concluderà  con una rapida decisione sull’accoglimento o meno della richiesta e un’altra che invece prende l’avvio dalla presentazione di un’opposizione a tale decisione.

Il processo ha inizio con la presentazione di un’impugnativa di licenziamento presso il tribunale competente, dopodichè il giudice fisserà  un’udienza di comparizione delle parti entro 40 giorni dal deposito del ricorso (contro il termine di 60 giorni previsto in precedenza).

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Licenziamento legittimo per e-mail offensive

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 14995 del 7 settembre 2012 ha stabilito che èlegittimo il licenziamento intimato ad un dipendente che inoltra e-mail offensive ai dirigenti dell’azienda presso cui lavora.

Pi๠nel dettaglio, nella sentenza in esame i giudici della Suprema Corte hanno rigettato il ricorso presentato da un lavoratore che, a seguito di un demansionamento e della sensazione di essere stato emarginato nel contesto in cui svolgeva la sua prestazione lavorativa, aveva inviato ai dirigenti dell’azienda una e-mail considerata offensiva.

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Offese al datore di lavoro da parte del sindacalista

Il licenziamento èda considerarsi un provvedimento eccessivo qualora venga intimato nei confronti di un dipendente che veste i panni di sindacalista e che offende il datore di lavoro.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n° 15165 dell’11 settembre 2012, che ha rigettato il ricorso presentato da una società  che chiedeva la conferma di un licenziamento intimato ad un dipendente che, nella sua veste di sindacalista, si era rivolto al datore di lavoro definendolo “sbruffone”.

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Licenziamento per falso certificato medico

La falsificazione di un certificato medico da parte di un dipendente per giustificare uno o pi๠giorni di astensione dallo svolgimento della prestazione lavorativa costituisce causa di licenziamento legittimo.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n° 14998 del 7 settembre 2012, con la quale èstato dichiarato legittimo un licenziamento intimato da un’azienda nei confronti di un suo dipendente, colpevole di aver falsificato il certificato medico rilasciato da un dottore allo scopo di allungare il periodo di malattia.

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Le figure professionali pi๠richieste dopo la riforma del mercato del lavoro

Le figure professionali pi๠richieste dopo la riforma del mercato del lavoro

La riforma del mercato del lavoro del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, letteralmente sconvolgendo il panorama italiano del lavoro, avrebbe altresଠcontribuito a modificare competenze, capacità  e professionalità  richieste a tutti colori i quali, avvicinandosi per la prima volta al mondo del lavoro, intenderebbero conquistare un posto di lavoro pi๠o meno fisso.

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Licenziamento illegittimo per rifiuto part-time

Il rifiuto del lavoratore alla proposta del datore di lavoro di svolgere la prestazione lavorativa secondo nuovi orari non puಠessere considerato un motivo sufficiente a giustificare il licenziamento.

A stabilirlo èstata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 14833 del 4 settembre 2012, con la quale èstata dichiarata l’illegittimità  di un licenziamento intimato ad un lavoratore che aveva rifiutato la proposta di modificare l’orario di lavoro dal full-time a part-time.

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Modello richiesta motivi del licenziamento

La lettera di licenziamento, ossia l’atto mediante il quale il datore di lavoro comunica al dipendente di voler recedere dal rapporto di lavoro, per essere efficace non deve obbligatoriamente indicare i motivi del licenziamento.

La legge, tuttavia, riconosce al dipendente il diritto di conoscere le ragioni che hanno determinato il suo licenziamento, nonchè di impugnarlo qualora queste risultino prive di fondamento o contrarie alla legge.

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Licenziamento illegittimo provato con documenti aziendali riservati

La sentenza n. 12119 del 16 luglio 2012 della Corte di Cassazione ha introdotto un importante principio in tema di documenti aziendali riservati. La Suprema Corte ha anzitutto ribadito che la raccolta di documenti aziendali riservati sotto forma di fotocopia o di copia su supporto informatico senza l’autorizzazione dell’azienda èda considerarsi come comportamento illegittimo.

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