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Tassa Airbnb, scadenza imminente, ma senza regole

Tutto pronto, o quasi, per l’entrata in vigore della tassa Airbnb, o meglio della cedolare secca, rivolta a chi affitta immobili per brevi periodi e ad uso turistico e contenuta all’interno della manovrina di pochi mesi fa. Saranno proprio le piattaforme, tra cui Airbnb (da cui il nome della tassa stessa, ma anche Booking e siti simili) ad agire come sostituto di imposta.

tassa airbnb

Sia Airbnb sia Booking, ma il problema interessa i siti che si occupano di affitti brevi e turistici online, avevano messo in evidenza l’impossibilità  di trattenere l’importo del 21% sulle entrate degli utenti agendo di fatto come sostituto d’imposta, ma l’Agenzia delle Entrate continua per la sua strada e ha reso noto il nuovo codice tributo, che corrisponde a 1919, che dovrà  essere inserito nel modello F24. 

Ma se la scadenza èimminente e il versamento delle ritenute operate in giugno va effettuato già  da lunedଠ17 luglio, èanche vero che la tassa, cosଠcome à¨, èun vero pasticcio.

Secondo il presidente degli agenti immobiliari non sono sufficienti i codici tributo fino a quando non ci sarà  effettivamente il provvedimento.

Ma per rendere davvero evidenti le entrate e le uscite degli utenti, ènecessario che la piattaforma arrivi a fornire anche i dati fiscali dei proprietari che affittano online inviandoli direttamente all’Agenzia delle Entrate. Solo in questo modo l’Agenzia potrà  essere informata degli effettivi importi versati agli utenti che affittano online ad uso turistico attraverso i siti che agiscono da intermediari ed effettivamente da sostituti d’imposta.

TASSA AIRBNB CHI RISCHIA DI PAGARE DOPPIO

Ma esiste un altro problema non indifferente: nella prima versione il decreto faceva riferimento a una ritenuta del 21% che doveva essere applicata “all’atto dell’accredito”. Nell’ultima versione le cose sono cambiate e il versamento dovrà  essere effettuato “solo all’atto del pagamento” con il rischio annunciato e concreto di trattenere per due volte la stessa tassa.