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Smaltimento dei Raee

La sigla “Raee” èpiuttosto nota ai rivenditori, mentre èforse meno conosciuta presso il grande pubblico. Si tratta dei rifiuti costituiti da apparecchiature elettriche ed elettroniche: si va dal computer al forno elettrico, dalla lavastoviglie alla pompa di calore.

Sono rifiuti speciali e nessuno puಠscegliere di smaltirle liberamente: il cittadino puಠcontattare il servizio municipale gratuito di raccolta oppure portare il Raee presso un’ecopiazzola, se esistente.


“Il Sole 24 Ore” spiega, invece, cosa avviene quando il consumatore decide di aderire ad una delle frequenti proposte di rottamazione pubblicizzate dai negozianti. Le leggi ambientali sono piuttosto severe: per raccogliere e smaltire i Raee, infatti, èindispensabile avere un’autorizzazione rilasciata dalle autorità  regionali e ottemperare ai numerosi adempimenti documentali richiesti dalla normativa vigente (in particolare, la recentissima normativa SISTRI).

In mancanza, il negoziante che ritira i Raee dei suoi clienti senza autorizzazione compie un illecito sanzionato pesantemente dal decreto legislativo 152/2006. Chiunque, infatti, esegua abitualmente operazioni di raccolta, trasporto, commercio o smaltimento di rifiuti senza autorizzazione èparificato a chi li abbandona sul suolo pubblico: un’ammenda da 2.600 a 26.000 euro oppure l’arresto da tre mesi ad un anno, pena raddoppiata se i rifiuti sono pericolosi.

Ma c’ di pià¹. Se il negoziante ritira i Raee senza autorizzazione, anche chi si relaziona con lui viola a sua volta la legge e rischia le medesime pene: tanto il trasportatore che ritira i Raee dal negoziante quanto lo smaltitore successivo, poichè stanno trattando rifiuti raccolti illecitamente.


Pene meno pesanti ma comunque significative anche per il privato cittadino: la sanzione puಠarrivare fino a 620 euro di ammenda.
Se si sceglie di portare il Raee a rottamare presso un negoziante, dunque, èindispensabile chiedergli prima di esibire le autorizzazioni amministrative, per non rischiare brutte sorprese.