Home » Disoccupati italiani e occupati stranieri

Disoccupati italiani e occupati stranieri

Nel corso dell’annus horribilis, il 2009, il numero dei lavoratori nel territorio italiano èsceso complessivamente di circa 428.000 unità : il numero totale, dunque, èsceso al di sotto della soglia dei ventitrè milioni.

Tuttavia, rivela l’ISTAT, che ha condotto l’indagine, in realtà  a costituire la soglia di quegli oltre quattrocentomila nuovi disoccupati vengono a ricadere due fenomeni molto diversi: il crollo verticale degli occupati di nazionalità  italiana (-530.000) e la crescita senza sosta dei nuovi occupati di origine estera (+102.000).


La salita continua degli stranieri che lavorano in Italia (due milioni in tutto) non dipende solo, banalmente, dai nuovi arrivi che ogni anno fanno lievitare la percentuale di residenti privi della cittadinanza italiana, fenomeno di cui peraltro occorre tener conto.

C’ anche un altro aspetto: secondo le attuali norme sull’immigrazione, lo straniero che perde il lavoro deve trovarne uno nuovo entro sei mesi, o si vedrà  revocare il permesso di soggiorno. Per questo motivo, gli immigrati sono molto pi๠disponibili ad accettare qualsiasi prospettiva lavorativa, anche modesta, che gli venisse offerta. Gli italiani, invece, in genere hanno molte pi๠possibilità  di scelta e, se hanno alle spalle una famiglia su cui contare, possono anche snobbare i posti meno desiderati in attesa di occasioni migliori.


Gli stessi datori di lavoro spesso contano proprio sulla disperazione degli immigrati extracomunitari per reclutarli a condizioni lavorative poco lusinghiere. Non a caso, le statistiche dimostrano come le paghe riservate agli stranieri siano mediamente pi๠modeste, le ferie idem e di straordinari non ne parliamo. Edilizia e agricoltura sono i settori tipici dove si realizzano queste situazioni.
Discorso diverso in cliniche e ospedali, dove gli infermieri stranieri sono ricercatissimi e in genere possono contare su condizioni lavorative parificate a quelle dei colleghi italiani.